Nasce 4Ecoo, no-profit valdostana che vuole sensibilizzare sui pericoli dell’inquinamento

L’iniziativa è di Simone Lattanzi, Davide Brignone e Giuseppe Mammoliti con ambasciatrice Federica Brignone. Degli effetti dell’inquinamento sull’ambiente e dello stretto legame tra mare e montagna si discuterà giovedì 2 gennaio alle 18,30 all’Hotel Royal e Golf di Courmayeur durante la conferenza "Il futuro della montagna scritto nel mare".
Un mare di plastica raccolto nell'Artico durante una ricerca internazionale
Società

Negli ultimi anni, il tema dell’inquinamento e delle sue conseguenze ha generato una grande attenzione da parte di cittadini, istituzioni e aziende. In ogni parte del mondo, oggi più che mai, soluzioni e risposte ai suoi effetti, spesso dannosi, sono ritenute necessarie e urgenti.

Parte dalla Valle d’Aosta, da tre giovani amanti della natura e dello sport, un’azione di sensibilizzazione sullo stato di salute, sempre più compromesso, dell’ambiente.

Informare e coinvolgere sui pericoli dell’inquinamento è l’obiettivo principale della neonata associazione no profit, 4Ecoo fondata da Simone Lattanzi, laureando in Scienze Politiche, un brevetto per il pilotaggio di droni Enac e dieci anni di esperienza nel mondo degli eventi e della comunicazione, Davide Brignone, maestro e allenatore di sci alpino, allena la sorella, l’olimpionica di sci alpino Federica Brignone e Giuseppe Mammoliti, laureato in Scienze Motorie e Scienze tecniche e avanzate dello sport, è ora iscritto alla facoltà di Economia e management e allena i portieri della Juventus femminile.

Proprio la sportiva di casa, Federica Brignone, reduce dal successo in Coppa del Mondo allo slalom gigante di Courchevel, è l’ambasciatrice del progetto con un’attenzione particolare per l’ambiente e per la natura già dimostrata con l’iniziativa di sostenibilità ambientale “Traiettorie Liquide” per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento marino.

Mare e montagna, infatti, non sono mai stati così vicini e interconnessi, entrambi sensibili all’evoluzione del clima causata in buona parte dall’inquinamento.

Se ne discuterà giovedì 2 gennaio alle 18,30 all’Hotel Royal e Golf di Courmayeur durante la conferenza “Il futuro della montagna scritto nel mare” organizzata, con il sostegno del Consiglio regionale, dalla no profit che si presenterà per la prima volta al pubblico. La partecipazione è libera.

“Avviamo l’attività della nostra associazione – dice Simone Lattanzi, presidente di 4Ecoo – con un incontro di attualità: un racconto ricco di immagini, video ed esperienze dirette, per scoprire che cosa ci sia dietro ai fatti che sempre più spesso conquistano l’attenzione della cronaca, anche sui nostri territori”.

Plastica che galleggia nell’Artico

Il tema della salute dell’ambiente sarà affrontato da tre prospettive: Matteo Tolosano del Laboratorio di ecologia alpina del Politecnico di Losanna parlerà del progetto di ricerca per lo studio dei principali ghiacciai del mondo e della vita che a questi si collega. Susanna Canuto dell’European Research Institute parlerà di «Ocean Literacy», spiegando con un approccio multidisciplinare il legame tra l’intera vita sulla Terra e la buona salute del mare e Franco Borgogno (European Research Institute) racconterà la propria esperienza nella ricerca sull’inquinamento causato dalla plastica, un progetto internazionale che lo ha portato a lavorare nell’Artico, nel Mediterraneo, sui fiumi e sulle nevi alpine.

 

Il ricercatore Franco Borgogno

Franco Borgogno, oggi ci troviamo di fronte ad un rinnovato interesse nei confronti di temi legati all’ambiente. A che cosa lo si deve?

“Una serie di elementi ha concorso a fare in modo che l’attenzione salisse molto su questi temi. Molto si deve alla presenza di molteplici documenti visibili, sia immagini che video, oltre a testimonianze dirette che hanno permesso di rendere percepibile da chiunque, in maniera concreta, le conseguenze dell’inquinamento. Nel caso dell’inquinamento da plastica, il più grave e diffuso inquinamento moderno, mi riferisco a testimonianze di balene spiaggiate con lo stomaco pieno di plastica o al ritrovamento sulle spiagge di oggetti rimasti intatti dopo essere stati in mare per cinquant’anni. Questa visibilità ha incoraggiato la ricerca alla quale sono stati concessi più spazio e più tempo raggiungendo una maggiore popolarità”.

In questo contesto di inquinamento e cambiamenti climatici, che cosa lega il mare alla montagna?

“Tutti sanno che le Alpi sono state fondali marini ma non si tratta solo di questo. Il futuro di tutto il Pianeta è scritto nel mare, tutta la vita sulla Terra dipende totalmente dalla salute del mare, noi respiriamo, beviamo e mangiamo grazie al mare. Così anche la neve e il ghiaccio non ci sarebbero senza l’evaporazione del mare e noi, inoltre, non avremmo da bere. Dobbiamo capire che se il mare è in condizioni buone, noi possiamo vivere bene e così la montagna: lo scioglimento dei ghiacciai è legato al mare che regola il clima e il clima oggi si riscalda con conseguenze sulla montagna che possono essere le più diverse: cambiare le stagioni turistiche o avere conseguenze sulle coltivazioni”.

In che modo incontri come quello del 2 gennaio a Courmayeur possono essere d’aiuto?

“Quello dell’inquinamento della plastica, per esempio, come enunciazione, è una tematica che si conosce ma non tutti sanno quali siano davvero le implicazioni per noi. Eventi come questo sono utili per cercare di far capire che anche noi abbiamo a che fare con il problema. Dopo aver sentito parlare di inquinamento e dei suoi effetti, il passo successivo che invitiamo a fare è conoscerne i dettagli per capire meglio”.

Dai comportamenti di cittadini, istituzioni, aziende, dipenderà la salute del Pianeta. Che cosa sarebbe importante fare per preservarla?

“Durante l’incontro cercheremo di far capire che in molti casi non si tratta di fare molto di complicato. Si dovrebbe iniziare con l’essere coscienti di quello che stiamo facendo, delle scelte quotidiane, come acquistare plastica o no. Dalle nostre scelte derivano anche quelle degli altri. Negli ultimi anni, ovunque nel mondo, sono state fatte leggi per limitare l’utilizzo della plastica e questo deriva dal fatto che le persone si sono rese conto del problema e hanno cambiato i loro comportamenti. Questo ha generato un cambiamento delle politiche e degli atteggiamenti, anche da parte di aziende che scelgono di perseguire strade commerciali diverse andando incontro all’attenzione dei singoli. Sta succedendo anche in Italia”.

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