Proseguire l’opera umanitaria di Claude Duverney in Africa anche in futuro è l’obiettivo dell’Association Amis de Claude Duverney, presentata nella mattinata di oggi, mercoledì 7 ottobre.
“Cercheremo di ottenere dei finanziamenti per portare avanti l’attività di Claude nella diocesi di Kaolack, in Senegal, per “aiutarli nel loro Paese” con consapevolezza”, spiega il presidente della neonata associazione, Oscar Marguerettaz. “Siamo tutti dei vecchi amici, ci conosciamo dal novembre del 1970”.

La presentazione all’Institut Agricole Régional è stata l’occasione per un viaggio nel passato del canonico, che proprio allo IAR ha avuto un ruolo fondamentale nella sua trasformazione da scuola a istituto: “Ho sempre sostenuto la ricerca e l’attività sul campo, perché i libri li scrivono in genere persone che non hanno esperienza concreta del mondo agricolo”, racconta Duverney. “Una delle cause del mio litigio con il canonico Joseph Vaudan ha riguardato proprio l’indirizzo da dare all’Institut. Per fortuna ci siamo poi riappacificati”.
Duverney racconta anche che nel 1975 stava per lasciare i canonici del Gran San Bernardo per trasferirsi in America Latina, poi convinto dall’allora Arcivescovo di Torino padre Pellegrino, e ricorda con emozione l’incontro con Papa Francesco di qualche giorno fa.
L’Africa – ed in particolare il Senegal – sono stati cruciali nella vita religiosa ed umana di Duverney: “Sarei voluto andare a Taiwan, ma mi ha spinto Luigino Vallet all’Africa. Quando si sviluppano dei progetti è importante farsi accettare e non andare lì a cercare di insegnare con la nostra mentalità”. Proprio Luigino Vallet, ex presidente della Fondazione comunitaria, racconta il suo incontro con Duverney ed i suoi progetti: “Ho conosciuto Claude con una delegazione della Regione in un viaggio a 260 km da Dakar per un progetto. Avevamo subito intuito l’importanza di sostenere queste popolazioni, ricche di umanità e capacità organizzative”.
Preziose le attività di Duverney in Africa, dal microcredito agli studi contro i parassiti, alla promozione dell’orticoltura ed alla creazione di strutture non solo agricole ma anche sociali.
