Il Parco nazionale del Gran Paradiso ha nuovi confini. Da venerdì 13 marzo, giorno della sottoscrizione delle modifiche ai confini, la superficie complessiva protetta si riduce leggermente ma guadagna in qualità. Di fatto il Parco cede zone antropizzate, quali villaggi, e ottiene nello scambio aree di grande valore naturalistico: il bosco, le torbiere e le zone umide del vallone del Dres a Ceresole, i lariceti con latifoglie di Chevrère-Buillet di Introd, i boschi di larice con pino cembro e le brughiere del Vallone dell’Urtier a Cogne, il bosco di abete rosso di Sysoret, habitat ideale per Linnaea borealis a Aymavilles. A queste si aggiungono aree dal significativo valore paesaggistico e culturale come castagneti secolari di Noasca e Locana.
Lo “scambio” è stato ufficializzato la scorsa settimana a Roma, nelle sede del Ministero dell’Ambiente, dove il Direttore del Parco, Michele Ottino, la responsabile del servizio aree protette della Regione Valle d’Aosta, Santa Tutino, e il dirigente del settore gestione aree protette della Regione Piemonte, Giovanni Assandri, hanno sottoscritto ufficialmente le modifiche ai confini, concludendo così un iter tecnico amministrativo iniziato nel 2007. Il documento sigilla un percorso che ha visto diverse fasi di confronto con le comunità locali e in sede di conferenza unificata Stato-Regioni. La soluzione adottata ha avuto, inoltre, il placet delle giunte regionali.
“Le cartografie ufficialmente sottoscritte presso il Ministero saranno il riferimento per la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale e per le eventuali necessità che sopravvenissero nei prossimi anni per interventi di interpretazione dei confini – spiega il Direttore Michele Ottino – seguirà quindi l’approvazione del Decreto del Presidente della Repubblica a cui saranno allegate”. In particolare i nuovi confini sono rapportati non solo alla scala maggiore delle carte tecniche regionali, ma anche a quelle catastali di dettaglio in scala 1:5.000.