Ospedale, la tomba del guerriero celtico non va spostata. Da rivedere il progetto di ampliamento

A decretarlo, secondo quanto trapelato da indiscrezioni, è il pool di esperti chiamato dalla Giunta regionale ad esprimere il parere sui reperti archeologici rinvenuti nel cantiere - scavo del presidio unico ospedaliero Parini di viale Ginevra ad Aosta.
Società

Per quasi 3000 anni ha riposato sempre nello stesso luogo e così potrà continuare a fare in futuro. Il guerriero celtico non si sposta. A decretarlo, secondo quanto trapelato da indiscrezioni, è il pool di esperti chiamato dalla Giunta regionale ad esprimere il parere sui reperti archeologici rinvenuti nel cantiere/scavo del presidio unico ospedaliero Parini di viale Ginevra ad Aosta.
Raffaella Poggiani Keller, già soprintendente per i beni archeologici della Lombardia, Venceslao Kruta, ordinario emerito di Protostoria dell'Europa presso l'Ecole pratique des hautes études alla Sorbona di Parigi e Giulio Magli, professore ordinario al politecnico di Milano hanno confermato quanto già sostenuto dai tecnici regionali: il ritrovamento venuto alla luce è eccezionale e di elevato interesse archeologico.
Ad oggi i professionisti si sono riuniti cinque volte, l’ultima martedì scorso, e hanno già redatto una prima relazione. Come spiegato nell’ultimo consiglio regionale dall’Assessore regionale all’Istruzione, Emily Rini, “prima che il rapporto venga diffuso è necessario che la Sovrintendenza e i membri del Comitato procedano ad un esame approfondito della questione”. Gli esperti dovranno suggerire modalità di valorizzazione e protezione del sito e definire gli spazi dell’area sui quali si potrà eventualmente ripensare l'allargamento dell’Ospedale, che sicuramente sarà notevolmente ridimensionato rispetto al progetto iniziale da 130 milioni di euro.

Più di un anno fa durante gli scavi del cantiere per l’allargamento dell’ospedale è stato ritrovato un tumulo del diametro di circa 16 metri, al centro del quale, sotto a un crollo di lastre di pietra è stata scoperta una sepoltura ad inumazione risalente all’Età del ferro.
Lo scheletro appartiene ad un giovane alto circa 1,75, e che faceva parte della cultura di Hallstatt in Austria, formazione celtica dell'Europa centrale che nel VI secolo avanti Cristo è stata base di correnti migratorie precedenti alle invasioni celtiche del IV secolo, prima cioè che i Celti stessi si mescolassero con i Salassi. 
Esiti stanziali finora della presenza celtica nell'arco alpino sono stati trovati solo in Lombardia, con la formazione della popolazione degli Insubri. Ma soprattutto è il primo tumulo funerario di questo tipo e di queste dimensioni, circa 18 metri di diametro, con tanto di camera funeraria pavimentata, completamente inviolato.  L'’importanza del sito non è solo rappresentata dal guerriero celtico ma anche dalla sequenza di monoliti che si dispongono lungo una traiettoria di forma leggermente curvilinea che potrebbe essere un segmento di un cerchio di pietre di ampie dimensioni, circa 150 metri. Un grande cromlech, il doppio di quello ritrovato al Piccolo San Bernardo, che però estendosi probabilmente sotto gli edifici e le strade adiacenti, non potrà essere riportato per intero alla luce.

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