Sarà operativa dal 15 giugno l’Unità di Cure residenziali estensive ad elevata integrazione sanitaria, attivata presso la struttura residenziale Creux-Porté di Perloz.
Dotata di 18 posti letto, la struttura è destinata ad accogliere i soggetti, negativi al Covid, dimessi dalla Rsa, dall’Isav o dall’ospedale, che saranno assistiti in attesa di poter essere destinati alle microcomunità o essere inviati al proprio domicilio.
“In questi mesi di emergenza” – dichiara l’Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali Mauro Baccega – “è emersa chiaramente la necessità di perseguire l’obiettivo già impostato nel 2019 di riorganizzare le strutture socio-assistenziali per garantire, in almeno 4/5 poli distribuiti su tutto il territorio valdostano delle strutture di carattere sanitario a gestione diretta dell’Azienda USL tenuto conto dei sempre maggiori bisogni sanitari dei nostri anziani ricoverati nelle micro comunità. La struttura di Perloz è il primo tassello di questa strategia e la sua apertura è stata realizzata grazie alla collaborazione con gli Enti locali ed in particolare con il Presidente dell’Unité Mont-Rose.”
La struttura dispone di quattro stanze singole e sette stanze doppie.
“Nella struttura di Perloz saranno inseriti soggetti adulti non autosufficienti e/o cronici – spiega il Direttore dell’Area territoriale, Leonardo Iannizzi – con patologie o condizioni cliniche non assistibili in ospedale o a domicilio, in condizioni di stabilità clinica, che richiedono continuità assistenziale e trattamenti estensivi, come cure mediche e infermieristiche quotidiane, trattamenti riabilitativi finalizzati al mantenimento e prevenzione delle complicanze da immobilità, stimolazione sensoriale, integrato da un livello di assistenza tutelare di alta intensità.”.
“Abbiamo organizzato la struttura di Perloz in maniera tale che il maggior numero dei pazienti possa usufruire dei servizi offerti – dice il Direttore dei Distretti sociosanitari 3 e 4, Franco Brinato – e per questo motivo il periodo massimo di ricovero è previsto nella misura di massima di 30 giorni, al termine dei quali l’utente viene dimesso al domicilio oppure ricoverato presso una struttura residenziale, salvo diversa indicazione documentata dal medico specialista”.