Pirolisi e gassificazione? Piano migliore del precedente ma comunque una marcia indietro

Il Comiato Rifiuti Zero in seguito all’approvazione dal parte della Giunta regionale della delibera che modifica la scelta del trattamento finale dei rifiuti prende posizione: “Una decisione nuovamente piovuta dall’alto all’improvviso”.
Società
L’impegno di condivisione e collaborazione assunto dalla nuova Amministrazione dopo le passate discussioni sull’inceneritore è stato totalmente disatteso. Non vi è stato alcun dibattito, né con la popolazione, né con le associazioni. Nell’Osservatorio Regionale dei Rifiuti, il luogo dove sarebbe dovuta avvenire la discussione secondo l’Assessore Zublena, non si è MAI parlato di impianti per il trattamento finale dei rifiuti e la decisione è nuovamente piovuta dall’alto all’improvviso”. Parole secche che arrivano dal Comitato Rifiuti Zero VdA in seguito all’approvazione della Giunta regionale della delibera che modifica la scelta del trattamento finale dei rifiuti per la Valle d’Aosta indirizzandosi verso impianti di pirolisi e gassificazione.

Per il Comitato Rifiuti Zero, che riconosce questa soluzione come “decisamente migliore rispetto al vecchio piano della Regione che prevedeva di bruciare non solo i nostri rifiuti, ma anche tutta la discarica di Brissogne attraverso il cosiddetto Inceneritore di bocca buona”, si tratterebbe comunque una marcia indietro su tutti i fronti: dal punto di vista ambientale, dal punto di vista dell’affidabilità e dal punto di vista economico. SI tratterebbe infatti di un trattamento a caldo dei rifiuti e perciò di una “sorta di inceneritore, che però più che rilasciare le sostanze inquinanti in atmosfera ne trasferisce l’impatto sulle scorie, dove vanno a concentrarsi la maggior parte delle sostanze tossiche”.

Il Comitato invece pone l’attenzione sulla produzione di CDR di qualità, da destinare alla valorizzazione energetica,  citata in precedenza dalla Giunta regionale, ovvero sui trattamenti a freddo, “i quali separano la frazione organica dei rifiuti (dal quale si produce del compost, eventualmente producendo biogas) dalla frazione secco-leggera. Da quest’ultima vengono poi recuperate ancora tutta una serie di materiali e dal residuo finale si può produrre il CDR-Q, il quale può essere a sua volta avviato a valorizzazione energetica, con deibassi profili emissivi di sostanze inquinanti”.

“Infine – conclude il Comitato Rifiuti Zero –  siccome gli impianti di piro-gassificazione richiedono una umidità costante (che è resa instabile dalla presenza dei rifiuti organici) rimarchiamo l‘importanza di raccogliere la frazione organica porta a porta, anche laddove non sia possibile il compostaggio domestico, ed invitiamo i cittadini a firmare LA PETIZIONE PER UN CENTRO DI COMPOSTAGGIO che il comitato sta portando avanti, purtroppo l’unica forma di “dialogo” che è possibile utilizzare per poter discutere di certi problemi in Valle d’Aosta”.

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