Più sicurezza, servizi e infrastrutture: pronto il piano regionale della mobilità ciclistica

La bozza del piano regionale di mobilità ciclistica, presentata nei giori scorsi al Cpel e inviata a tutti i portatori di interesse.
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Società

Ricucire i percorsi esistenti nel fondovalle, riqualificando i tratti esistenti, mettendo in sicurezza i percorsi nei punti più critici, in modo da realizzare una dorsale da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, con standard di sicurezza accettabili per l’utenza. Connettere questa rete al sistema di trasporto pubblico con velostazioni, servizi di bike sharing o ancora attrezzando bus e treni per il trasporto delle bici. 
Così la bozza del piano regionale, consegnata nei giorni scorsi ai decisori politici, disegna la mobilità ciclistica in Valle d’Aosta.

L’obiettivo del piano è di aumentare l’offerta di infrastrutture e servizi per la ciclabilità in modo da sensibilizzare un numero sempre crescente di persone a ridurre il ricorso all’auto privata e valutare la bicicletta, non solo per gli spostamenti di svago ma anche e soprattutto, per gli spostamenti quotidiani di corto raggio.

schema generale
schema generale

Per incentivare l’utilizzo della bicicletta bisogna in primis assicurare agli utenti elevati livelli di sicurezza.
Per questo gli itinerari immaginati dal piano evitano quanto più possibile il transito di ciclisti su strade molto trafficate, interconnettendo le attuali strade arginali, che corrono lungo il fiume Dora Baltea. Percorsi senza particolari difficoltà altimetriche, adatte anche ai ciclisti meno esperti, per gli spostamenti quotidiani.

Nei punti altimetricamente più critici, in cui non è possibile seguire le sponde del fiume, o dove vi sia assenza di viabilità alternativa a basso traffico, il progetto valuta la possibilità di piste su strade percorse da traffico motorizzato, ma cercando soluzioni che garantiscano la sicurezza del ciclista. Quelle prospettate sono: la separazione netta dei flussi di traffico motorizzato e ciclistico in presenza d’itinerari lungo la viabilità di grande percorrenza (realizzazione di piste in sede propria e/o sfruttamento delle antiche mulattiere lungo la SS26, attualmente sostituite da tratti in galleria, figura in basso a lato) e la predisposizione di apposita segnaletica direzionale su tutta la rete individuata, al fine di evitare incertezze al ciclista sulla via da percorrere.

rete ciclabile - ipotesi progettuale
rete ciclabile – ipotesi progettuale
rete ciclabile - ipotesi progettuale
rete ciclabile – ipotesi progettuale

La rete del fondovalle è stata poi progettata per essere connessa con gli Hub e le stazioni ferroviarie, con l’obiettivo di promuovere l’intermodalità bici – ferro e bici – bus. Quindi interscambio di mezzi, lasciando la bici al sicuro in velostazioni (parcheggi ad hoc per le biciclette) e, all’arrivo a destinazione, usufruendo di un servizio di bike sharing (sistema di bici condivisa) oppure con trasporto della bici sul treno o sul bus, attrezzando le stazioni e le fermate con scivoli, ascensori, canaline e segnaletica di aiuto.

In prossimità delle velostazioni e lungo l’intero percorso di fondovalle, il piano prevede la realizzazione di punti di ricarica per biciclette elettriche, e l’installazione di pompe pubbliche per permettere ai ciclisti di gonfiare le ruote del mezzo in caso di necessità.

Il piano suggerisce poi di connettere la rete portante di fondovalle ai servizi al cittadino di rango extra comunale (Università, Sedi delle Pubbliche Amministrazioni, ospedali…) e ai principali poli attrattori turistici di interesse regionale (castelli, musei…). 

Oltre alla rete di fondovalle, definita strategica, il piano individua anche una rete cicloturistica, immaginando anche per questa velostazioni nelle località a prevalente valenza turistica, la definizione di una segnaletica unificata, servizi di bike sharing turistici e infomobilità.

I principali itinerari/percorsi cicloturistici proposti riguardano: le valli Veny e Ferret; il Passo del Gran San Bernardo (seguendo l’itinerario Bicitalia 3 “Ciclovia Francigena» – Sigerico”); le valli di Rhêmes-Notre-Dame, Valsavarenche e Cogne e Prarayer e il Lago di Place Moulin.

Il piano ricorda come peraltro come in Italia il cicloturismo sia con i suoi 7,7 mld di euro (dato riferito all’anno 2018), una parte rilevante della spesa turistica, pari a circa il 9%.

La rete di fondovalle immaginata prevede 77 km di piste da adeguare, una sessantina da realizzare mentre sono solo una ventina quelli esistenti su cui non dovrebbero essere previsti interventi.

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