Precari della scuola, nasce in Valle d’Aosta il gruppo “Professori senza cattedra”
Sono ore di attesa per migliaia di docenti precari in tutta Italia, che guardano con attenzione alle decisioni che verranno assunte a Roma sul concorso straordinario in programma nel mese di agosto.
Da più parti si sono levate le proteste dei precari per la procedura concorsuale che, per tempi e modalità, non garantirebbe l’assunzione degli insegnanti in tempo per la ripresa delle attività didattiche, proprio nel momento in cui invece la scuola avrebbe bisogno di organici definiti e operativi fin dai primi giorni di settembre. Il rischio, dicono i docenti precari, è che anche a settembre, in assenza di un numero sufficiente di insegnanti, si torni ad un ricorso massiccio alla didattica a distanza.
Per far sentire la propria voce i precari si stanno organizzando e anche in Valle d’Aosta è nato il gruppo “professori senza cattedra”, che raggruppa una ottantina di insegnanti, alcuni con 10/15 anni di precariato alle spalle. L’ultimo concorso risale al 2018, ma era rivolto ai soli docenti abilitati e non riguardava tutte le classi di concorso.
“Sono circa un centinaio i docenti precari valdostani inseriti nelle graduatorie di terza fascia” ricorda Alessandra Biagi, referente del gruppo assieme a Letterio Pantò “Da tempo aspettiamo concorsi che ci possano stabilizzare e per poter garantire la continuità didattica delle classi, una progettazione a lungo termine e la presenza fin dal primo giorno di scuola dei docenti necessari”.
Secondo i precari valdostani un concorso indetto nel mese di agosto, “ancora in emergenza sanitaria” è “assolutamente irragionevole“. Oltre ai tempi, i docenti valdostani criticano le modalità previste per la procedura concorsuale, un test a risposta multipla che, non consentirebbe, di “valutare le reali competenze acquisite in molti anni di servizio”.
Il rischio che i precari vedono dietro l’angolo è un nuovo abuso dei contratti a tempo determinato, per i quali l’Italia è già stata sanzionata a livello europeo.
“Il rischio è quello che a settembre ci sia una “supplentite” gravissima a livello nazionale, con moltissime cattedre da coprire con le chiamate dirette da parte dei Dirigenti scolastici. – spiega i referenti del gruppo “Professori senza cattedra” – Tutto ciò in un momento in cui la scuola avrebbe bisogno di personale stabile per poter fronteggiare le problematiche connesse all’epidemia.
I docenti precari chiedono, quindi, in sintonia con gli emendamenti presentati da alcuni gruppi parlamentari, nel percorso di conversione del “decreto scuola”, un concorso straordinario sì, ma per titoli, “che consenta il conseguimento dell’abilitazione per i candidati e si concluda con una prova orale selettiva che valuti realmente le competenze acquisite sul campo”. Scelta già compiuta dalla provincia autonoma di Trento, che ha regolarizzato i docenti con 36 mesi di servizio, in una graduatoria per titoli.
Con questa modalità i concorsi avrebbero la chance di concludersi in tempo per il suono della prima campanella di settembre.