La Giunta comunale di Aosta ha approvato quest’oggi – venerdì 4 agosto – il progetto esecutivo del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, il cosiddetto “PINQUA”, per il quartiere Cogne.
Progetto che si articolerà attraverso una serie di interventi di riqualificazione dello storico quartiere operaio che interesserà gli spazi pubblici dell’asse pedonale di via Colonnello Alessi, l’area mercatale, quella dell’ex lavatoio e dei “grattacieli”, oltre ai complessi di case “Stura”, “Filippini”, “Giacchetti”, “Gazzera” e “Fresia” e l’autorimessa interrata di via Liconi.
Il quadro di spesa complessivo sarà di circa 22 milioni di euro, poco meno di 15 dei quali finanziati dall’Unione europea attraverso il programma 2Next Generation EU poi integrato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mentre quattro milioni sono a carico del Comune e tre di Arer e Regione.
Il Soggetto attuatore del dossier, l’Azienda regionale edilizia residenziale stessa, spiegano da piazza Chanoux in una nota, procederà ora all’appalto dei lavori attraverso la Cuc, la Stazione unica appaltante regionale.
Presentato il progetto di riqualificazione del quartiere Cogne, da gennaio il via ai cantieri
19 dicembre 2022
I lavori di efficientemente energetico prenderanno il via ad inizio 2023. I cantieri per gli interventi complessivi, per i quali si sta stilando il cronoprogramma, alla fine del prossimo anno.
È stato presentato oggi, a palazzo regionale, il progetto di riqualificazione quartiere Cogne, il cosiddetto progetto ministeriale sulla qualità dell’abitare “PINQuA” che prevede un finanziamento da 15 milioni di euro per lo storico quartiere aostano, risorse poi assorbite – con tanto di taglio drastico dei tempi – all’interno dei fondi Pnrr.
Introdotto da un video realizzato per l’occasione, il claim scelto – accompagnato da un nuovo logo – è piuttosto chiaro: “Quartiere Cogne cambia. Per tutti”. Le cifre in sovrimpressione parlano di oltre mille alloggi, più di quattro anni per riqualificare la zona, 15 milioni di investimento PINQuA, 25 milioni derivanti dai mutui contratti da Arer con Cassa depositi e prestiti, 1,8 milioni che arrivano dal bilancio Arer, 1,2 milioni provenienti da altri finanziamenti statali, 570 alloggi riqualificati, cui si aggiungono 108 nuove unità immobiliari, grossomodo 25mila metri quadrati di cappotti esterni e 372 posti per i veicoli, grazie alla riapertura dell’autorimessa.
“Gli spazi del quartiere Cogne non sono importanti solo per i residenti, ma per chiunque voglia vedere la città in tutte le sue stratificazioni storiche – ha spiegato il sindaco del capoluogo Gianni Nuti -. Lì c’è il legame con l’insediamento industriale più importante della regione, ma anche un potenziale espresso dal recupero delle sue bellezze architettoniche. Ora il quartiere può ripensare la sua qualità, recuperare risorse attraverso il risparmio energetico e far sì che chiunque voglia visitare Aosta non possa non passare per quartiere Cogne, dentro un pezzo di storia della città che però pensa al futuro”.
Un cambiamento, però, che non vuole essere “calato dall’alto”: “In questo progetto c’è una parte non solo di rigenerazione umana ma anche di rigenerazione di comunità – ha aggiunto Nuti -. Nel processo di trasformazione i cittadini saranno coattori del cambiamento. L’architettura moderna non prescinde mai da chi abita i luoghi. Vogliamo una morbida accettazione e una condivisione della trasformazione, perché le persone se ne prendano cura da qui in avanti e perché non sia vissuta come un corpo estraneo”.
“Si parla di 40 milioni che hanno come attori protagonisti tante istituzioni: dal Ministero alla Regione, al Comune e all’Arer – ha spiegato il presidente della Giunta regionale Erik Lavevaz – che ha coordinato il progetto e sarà soggetto attuatore. Al di là dei numeri, l’intervento, una volta terminato, darà nuove possibilità assolutamente interessanti e che, con la vicina nuova Università che nel prossimo anno accademico vedrà studenti e docenti animare l’area, ridarà vita ad una parte della città che ne ha bisogno. E questo sarà il giusto riconoscimento, dopo tanti anni di passaggi e progetti che trovano ora compimento”.
Sull’efficientamento energetico, invece, a parlare è il presidente Arer Ivo Surroz: “Questo progetto da 25 milioni avrà ricadute positive sulle utenze anche più fragili, con più difficoltà, dovute anche a due anni di pandemia. L’obiettivo è mettere in piedi interventi mirati, riqualificando le strutture e mitigando il disagio durante il periodo dei lavori”.
“Sarà risultato importante – ha detto invece l’assessore regionale alle Politiche sociali Roberto Barmasse -, con l’abbattimento di quasi il 50 per cento dei consumi energetici. Questo, anche a fronte dei rincari, è molto significativo, soprattutto per cittadini più fragili, quelli di Edilizia residenziale pubblica. Organizzare un recupero di risorse così importanti, quasi 70 milioni sull’Erp su tutto il territorio regionale e circa 44 solo sul quartiere Cogne, non è stato semplice. Ci siamo riusciti tutti assieme. E penso che i risultati si vedranno e sarà un bellissimo intervento non solo per il quartiere ma per tutta la città”.
La prima fase 2022/23
La prima fase della riqualificazione dello storico quartiere vedrà coinvolti diversi “comparti”: il primo da nove fabbricati (le case Fresia, Gazzera e Chamonin), mentre gli altri tre si concentreranno rispettivamente sugli edifici Stura, Filippini e Giachetti (con quattro fabbricati).
Gli interventi prevedono l’area mercatale e dei giardini, le aree cortilizie Stura e Filippini, i fabbricati del V lotto, il recupero dell’autorimessa Liconi, l’asse centrale (che passa di fronte alla scuola “Lexert”) e piazza Soldats de la Neige e l’area ex grattacieli.
La seconda fase 2023/25
La seconda fase prevede invece l’esecuzione e la conclusione dei lavori. Lavori che porteranno, nel progetto, come recita il finale del video presentato, all’inserimento nel quartiere di “nuove attività, nuovi punti d’incontro per la cittadinanza, nuovi spazi per i giovani, nuove aree per lo sport, nuovi parcheggi, nuova viabilità, nuova sostenibilità, nuova immagine”. Il tutto, cercando di correre. Perché – al di là di eventuali (e non certo semplici, né affatto scontate) proroghe – il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha un limite vicino e predefinito: il 2026.
Una risposta
Si spera tanto che nel pacchetto rientri pure la messa in funzione di l’unico ascensore fermo da dieci anni ,che cosi detta povera gente di qui anziani,bambini con zaini pesanti famiglie con borse della spesa,personale di 118 quando interviene con barelle oppure segiolini portando a mano per le scale gente sofferente !persone con un intervento al ginocchio che a dovuto affrontare cinque piani su e giu con le stampelle !ogni giorno chiedendo ma l’ascensore???
si !
ci si chiede saranno tapati pure i spifferi da dove entra freddo e la pioggia con i pianerottoli bagnati con rischio di farsi male ,tutto questo da dieci anni senza intervento del comune, aps all’epoca, arer e tutti quelli a chi e stato messo di fronte il disaggio e non e intervenuto…pure tutto questo rientra nel pacchetto???