Riciclaggio di denaro di boss mafiosi al Casinò di Saint Vincent : 13 arrestati

Sono cominciati questa mattina gli interrogatori nell'ambito dell'indagine della Direzione investigativa antimafia di Palermo che ieri mattina ha portato all'arresto di 13 persone con l'accusa di riciclaggio e usura....
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Sono cominciati questa mattina gli interrogatori nell’ambito dell’indagine della Direzione investigativa antimafia di Palermo che ieri mattina ha portato all’arresto di 13 persone con l’accusa di riciclaggio e usura. Dagli accertamenti svolti, risulta che un gruppo, vicino al boss Nicola Mandalà, già detenuto per mafia e accusato di avere gestito negli ultimi anni la latitanza di Provenzano, fra cui anche il viaggio a Marsiglia del padrino, negli ultimi anni avrebbe riciclato denaro sporco nella sala da gioco di Saint Vincent con la complicità di alcuni dipendenti del Casinò che sono indagati.
Sarebbero così una decina i milioni di euro riciclati tra il 2001 e il 2005 dai boss mafiosi nel Casinò di Saint Vincent, attraverso disoccupati o piccoli gruppi familiari che venivano “spediti” periodicamente nella sala da gioco.
Le indagini cominciate nel 2000 hanno avuto una nuova fase grazie ad intercettazioni telefoniche e alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Campanella. Dal quadro emerso Michele Maiorana, che si occupava di procurare clientela al Casinò di Saint Vincent, “gestiva tutti quei signori che giocano dalla Sicilia” favorendo così l’attività di riciclaggio di Cosa Nostra, soldi che provenivano dalle estorsioni e dal traffico di droga. Campanella parla di ottimi rapporti di Mandalà e Maiorana con la Direzione del Casinò e, in particolare, con un funzionario che il collaboratore indica come uno dei direttori della Casa da gioco.
Secondo i magistrati Mandalà poteva depositare assegni per un importo pari anche a 100.000 euro , ricevendone, in cambio, fiches. In caso di vincita avrebbe ritirato i suoi assegni. Invece, raggirando le norme antiriciclaggio, ottenendo delle deroghe non solo alle regole della casa da gioco, ma perfino alle leggi dello Stato, in particolare quelle in materia di antiriciclaggio ed elargendo laute mance ai cassieri, il boss convertiva le fiches esclusivamente in contanti. Tra gli indagati a piede libero ci sono i due dipendenti del Casinò: Leo Duroux, capo dell’Ufficio fidi, e Renato Pan, addetto all’ufficio assegni.
In questo momento – ha spiegato il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, durante la conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell’inchiesta – le ‘famiglie’ hanno il serio problema di cercare nuovi canali di riciclaggio al sicuro dalle indagini. I boss hanno individuato nel gioco d’azzardo, come dimostra l’indagine, un’attività poco rischiosa su cui puntare. Il denaro ripulito al Casinò – ha continuato – tornava poi a Palermo per essere utilizzato dalle ‘famiglie'”.

Da parte sua la direzione del Casinò di Saint Vincent che ha dato la massima disponibilità a collaborare alle indagini ha costituito una commissione interna per le necessarie verifiche in ordine alle presenze e all’attività di gioco delle persone arrestate in seguito all’indagine e per accertare eventuali responsabilità da parte dei dipendenti della casa da gioco.
Michele Maiorana – spiega il presidente della Casino de la Vallee Spa, >Moreno Martini è un libero professionista la cui attività consiste nel segnalare clienti al Casinò, attività per la quale percepisce compensi regolamentati da appositi accordi contrattuali. Il suo rapporto di collaborazione con il Casinò di Saint-Vincent ha avuto inizio nel 1996“. Inoltre, “in relazione al coinvolgimento di dipendenti della Società, si precisa che Renato Pan è attualmente pensionato, mentre Leo Duroux (indagato anche dalla procura aostana nell’ambito di un’inchiesta su ‘transazioni fraudolente’ attuate attraverso gli apparecchi Pos della casa da gioco) è responsabile della Cassa Assegni, servizio dove, alla clientela che lo richiede e che viene autorizzata, viene offerta la possibilità di acquistare fiches negoziando titoli di credito“.

In merito a quanto emerso dalle indagini, il presidente della Regione, On. Luciano Caveri in una nota commenta?Al momento attuale, guardiamo con attenzione agli sviluppi della vicenda, peraltro confortati dal fatto che la Casa da Gioco, in base a quanto riportato nei lanci di agenzia, risulta estranea all’attività di riciclaggio?.

?Insieme all’assessore Marguerettaz – prosegue il Presidente della Regione – abbiamo già incaricato il dirigente regionale responsabile del Servizio Ispettivo presso la Casa da Gioco e i vertici societari al fine di ottenere maggiori notizie, anche sulle eventuali iniziative a tutela degli interessi e dell’immagine della Casa da Gioco ».

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