Trentatré operai e due militari persero la vita nell'alta Valgrisenche a causa di una valanga il 26 gennaio 1945. Sono le vittime nota come la tragedia “Col du Mont”. In occasione della manifestazioni per il 60esimo anniversario della Liberazione e dell’Autonomia in Valle d’Aosta e del Giorno della Memoria, sabato scorso si è svolta la giornata commemorativa della tragedia, presso i locali della Cogne Acciai Speciali. A testimoniare quei giorni e il dolore delle famiglie che persero i loro cari è stata Anna Cisero, segretaria dell'Anpi Valle d'Aosta. Un ricordo commovente che ha ripercorso la tragedia di tante vedove con figli che con la morte del marito, operaio Cogne, non avevano più di che vivere.
Le vittime, operai della “Società anonima nazionale Cogne” trasportavano viveri, legnami e munizioni sul Col du Mont, per rifornire alpini e soldati tedeschi. "La fabbrica aostana, fin dal 1943 – ha ricordato il Presidente della Regione Luciano Caveri, che ha elencato nomi, età ed il numero di figli degli operai della Cogne "vittime della guerra” – era passata sotto il controllo diretto del Terzo Reich. Era un'industria di interesse bellico: i suoi operai erano militarizzati, ed erano in parte inseriti nel cosiddetto 'battaglione dei lavoratori addetto alle corvée'". La slavina che travolse e causò la morte di 35 persone si staccò alle ore 10.30, durante l'attraversamento a mezza costa di un pendio sotto il ghiacciaio dell'Ormelune. Una valanga con un fronte di 300 metri che travolse tutti e tutto. Furono venti i superstiti.
Una seconda valanga si staccò successivamente, impedendo il proseguo delle ricerche.
Una seconda valanga si staccò successivamente, impedendo il proseguo delle ricerche.
"Fu l'evento di guerra – ha detto Caveri – che produsse il maggior numero di vittime un sol giorno, dopo il bombardamento di Pont Saint Martin. Fu la tragedia del Col du Mont". Secondo i valgreseins, una tragedia annunciata, da testimonianze sembra che gli abitanti di Fornet avessero vivamente sconsigliato alla colonna di partire. "Oggi sappiamo che gli operai deceduti sotto le nevi del Col du Mont – ha aggiunto Caveri – non stavano effettuando una missione sostenuta moralmente da uno spirito patriottico ma erano vittime di guerra, precettate dal comando militare tedesco". "Violenza e costrizioni – ha concluso il presidente della Regione – si erano trasferiti dal campo di battaglia alle fabbriche e il lavoro operaio era diventato subordinato agli interessi della prosecuzione di guerra".
Alla messa in suffragio delle vittime, celebrata dal vicario della Curia di Aosta, can. Franco Lovignana, hanno preso parte, autorità civili e militari, e numerosi congiunti delle vittime che sono entrate a far parte della storia della resistenza valdostana come testimoniato dal gonfalone della Valle d'Aosta decorato con la medaglia d'oro al valor militare.
Le vittime del Col du Mont
Giovanni Allonzi, 40 anni e quattro figli; Pietro Angiari, (38) quattro figli; Emiro Bianquin, (35) due figli; Silvano Bich, (20); Lorenzo Blanc, (36) due figli; Quinto Bredy, (31) un figlio; Modesto Chenal (32); Florindo Comiotto, (32); Angelo Crestanello, (36) due figli; Amato Cretier, (33) due figli; Natale Doveil (31) due figli; Antonio Fichet (42) tre figli; Angelo Framarin (39) cinque figli; Aldo Gianotti (34); Estevan Guarguaglini (24); Ferdinando Jacquemin (33) due figli; Marino Lacroix (29) un figlio; Adolfo Leone (31) un figlio; Damiano Lucianaz (27) anni; Ernesto Marangoni (30) un figlio; Giuseppe Mattiuzzo (32); Giuseppe Meinardi (30) un figlio; Marino Mio (35) tre figli; Emilio Morandin (35); Giuseppe Pietro Perono (36) un figlio; Pietro Perruchon (37); Pantaleone Quendoz (42) tre figli; Bortolo Quollani (33) tre figli; Serafino Rivolin (44) quattro figli; Giovanni Battista Rosina (24); Luigi Sofia (37) due figli; Luigi Tondat (42) un figlio; Ettore Vuillermoz (41) due figli.
Le vittime del Col du Mont
Giovanni Allonzi, 40 anni e quattro figli; Pietro Angiari, (38) quattro figli; Emiro Bianquin, (35) due figli; Silvano Bich, (20); Lorenzo Blanc, (36) due figli; Quinto Bredy, (31) un figlio; Modesto Chenal (32); Florindo Comiotto, (32); Angelo Crestanello, (36) due figli; Amato Cretier, (33) due figli; Natale Doveil (31) due figli; Antonio Fichet (42) tre figli; Angelo Framarin (39) cinque figli; Aldo Gianotti (34); Estevan Guarguaglini (24); Ferdinando Jacquemin (33) due figli; Marino Lacroix (29) un figlio; Adolfo Leone (31) un figlio; Damiano Lucianaz (27) anni; Ernesto Marangoni (30) un figlio; Giuseppe Mattiuzzo (32); Giuseppe Meinardi (30) un figlio; Marino Mio (35) tre figli; Emilio Morandin (35); Giuseppe Pietro Perono (36) un figlio; Pietro Perruchon (37); Pantaleone Quendoz (42) tre figli; Bortolo Quollani (33) tre figli; Serafino Rivolin (44) quattro figli; Giovanni Battista Rosina (24); Luigi Sofia (37) due figli; Luigi Tondat (42) un figlio; Ettore Vuillermoz (41) due figli.