Ricorso al Tar di Legambiente contro la costruzione della strada poderale nel vallone di Comboé

Non si è chiusa, con la valutazione di impatto ambientale, la polemica sorta intorno alla strada poderale che dovrebbe presto essere realizzata nel vallone di Comboé. Ieri, alla Regione e al comune di Charvensod, che portano avanti...
Società

Non si è chiusa, con la valutazione di impatto ambientale, la polemica sorta intorno alla strada poderale che dovrebbe presto essere realizzata nel vallone di Comboé.
Ieri, alla Regione e al comune di Charvensod, che portano avanti il progetto, è stato notificato il ricorso presentato da Legambiente al Tar.
Il ricorso si fonda su quattro argomentazioni:
La prima è quella secondo la quale la strada violerebbe la direttiva comunitaria per la conservazione di habitat naturali. Il vallone, dichiarato zona a protezione speciale nel 2006, è stato inserito nell’Important bird area’ “Gran Paradiso e Val Soana? per la conservazione degli uccelli, e dovrebbe essere sottoposto a una valutazione di incidenza mai effettuata.
La seconda argomentazione riguarda la violazione di una normativa regionale del ’98, che vieta la realizzazione di opere a tutela di interessi economici e sociali in zone a rischio franoso. Il vallone di Comboé, posto in un territorio geologicamente fragile e instabile, vicino alla frana della Becca di Nona, ricadrebbe appieno in questa definizione.
Terzo punto, la mancata considerazione, da parte della commissione del Via, Valutazione di impatto ambientale, di soluzioni alternative alla strada, come la monorotaia. Giunta regionale aveva dato valutazione positiva ‘condizionata’, precisando che “costruzione, gestione e percorribilità della strada saranno oggetto di severi e continui controlli sul rispetto delle norme”.
La Direzione Tutela Beni Paesaggistici dell’amministrazione regionale si è inoltre riservata di “verificare puntualmente ogni singolo dettaglio”.

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