Scatta il conto alla rovescia per la Fiera di Sant’Orso

La Foire potrà reimpossessarsi della sua “piazza” sotto la Porta Pretoria: in questi giorni, infatti, si stanno ultimando i lavori per coprire temporaneamente lo scavo archeologico e rendere accessibile il cuore della fiera ad artigiani e visitatori.
Società

La Fiera di Sant’Orso non smette mai di stupire. Sempre uguale a se stessa, ma sempre diversa. Un appuntamento a cui nessun valdostano potrebbe rinunciare, perché in qualche modo nelle strade dell’antico borgo è una comunità che si specchia. L’edizione di quest’anno – presentata oggi dall’assessore alle Attività produttive Ennio Pastoret e dalla dirigente Vally Lettry –  non avrà nessuno stravolgimento, ma porterà con sé, come di consueto, tutto l’onere della sua millenaria tradizione.

Il primo aspetto importante è che la Saint Ours potrà reimpossessarsi della sua “piazza” sotto la Porta Pretoria: in questi giorni, infatti, si stanno ultimando i lavori per coprire temporaneamente lo scavo archeologico e rendere accessibile il cuore della fiera ad artigiani e visitatori. E poi una piccola modifica al percorso. Viene lasciata via Antica Zecca come zona di esposizione per privilegiare via Sant’Orso, ancora più densa di storia e di significato per questo grande evento.

I numeri
Le iscrizioni arrivate all’Assessorato Attività produttive sono state 1021, ma secondo unao ormai consolidata i banchetti non saranno più di mille. Gli artigiani del settore tradizionale saranno 857 così suddivisi: attrezzi ed oggetti per l’agricoltura (16 espositori); lavorazioni in ferro battuto (9); mobili (18); intaglio decorativo (172); oggetti torniti (76 espositori); oggetti in vannerie (59); sculture (276); tessuti, calzature e accessori per l’abbigliamento (24); altri oggetti per la casa (207). Gli espositori del settore non tradizionale sono invece soltanto 19 nel settore ceramica (15), rame (2), vetro (2).

Le scuole di artigianato presenti in Fiera saranno 34 a conferma dell’interesse della popolazione valdostana nei confronti dell’apprendimento delle tecniche di lavorazione tradizionali. Gli artigiani professionisti saranno 96 e verranno suddivisi come al solito nel padiglione di piazza Chanoux (76 imprese) e in quello di piazza Plouves (20). “L’Atelier” sarà inaugurato alle ore 10.00 di domenica 27 gennaio e rispetterà il seguente orario di apertura: 27 e 29 gennaio dalle 10,00 alle 19.00 e il 30 e 31 gennaio: dalle 8,00 alle 19,00.

I simboli della Fiera
Il classico ciondolo distintivo prescelto per questa edizione numero 1013 è “la paletta di beuro” ovvero l’utensile utilizzato negli alpeggi e nelle latterie turnarie per decorare il burro prodotto in loco. E’ stato realizzato dalla ditta La Tsenvalla di Bottan e Pierobon di Donnas: è in vendita al costo di 10 euro presso l’Atelier in piazza Chanoux. E come da diversi anni a questa parte anche l’Associazione scultori e intagliatori valdostani ha prodotto “un ciondolo per la vita” che riproduce un’opera dell’artista Ezio Bordet. Il ricavato verrà devoluto a un’associazione di volontariato.

La Veillà
Fra le iniziative a corollario della Fiera, certamente, quella più attesa è la Veillà nella notte fra il 30 e il 31 gennaio. I punti di somministrazione di brodo caldo e vin brûlé durante la Veillà sono in piazza Plouves, piazzetta S. Orso e piazza Chanoux. A partire dalle 19,00 animazione in piazza Arco d’Augusto, Plouves, Porta Praetoria, Chanoux, Sant’Orso, Roncas, Cattedrale, Repubblica, des Franchises, Piazzetta di Via Vevey. In Piazza Sant’Orso, dalle 19,00, esibizione dei gruppi folkloristici dell’associazione “Nos Racines”. Non mancherà la “La Veillà di petchou”, con la partecipazione della “Clicca de Saint-Martin-De-Corléans” a partire dalle 16,00 nella piazzetta di via Vevey.
 

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