Separazioni e divorzi, basta ora un atto

Da ieri, mercoledì 1º marzo, la nuova riforma Cartabia ha introdotto semplificazioni burocratiche che accorciano le tempistiche e agevolano le modalità per lo scioglimento delle unioni. Nella nostra regione divorzi e separazioni superano da tempo le unioni.
Società

Nel corso del 2020 sono stati celebrati in Valle d’Aosta 240 matrimoni, circa 1,9 ogni mille abitanti. Parallelamente, la quantità di separazioni e divorzi raggiunge quota 306, superando di gran lunga quella delle unioni. Grazie alla riforma firmata dall’ex Ministra della giustizia Marta Cartabia entrata in vigore ieri, mercoledì 1º marzo, anche nella regione sono state introdotte norme a regolamentare e semplificare gli iter giudiziari per accorciare le tempistiche e agevolare le modalità per lo scioglimento delle unioni.

La riforma

La normativa permetterà alla coppia di richiedere la separazione o il divorzio giudiziale non più dinnanzi alla duplice figura di presidente e giudice istruttore, ma con un unico atto. Il documento dovrà essere compilato in ogni sua parte specificando situazione patrimoniale, reddito, beni posseduti ed eventuale richiesta per il mantenimento e l’affidamento dei figli, pena in caso di omissioni la richiesta di risarcimento.

Sarà necessario dettagliare attività e impegni dei propri figli minori all’interno di un apposito piano genitoriale; importanti, in tal senso, saranno testimonianze e pareri di bambini e ragazzi, base per eventuali sanzioni del genitore che non rispetti il piano ipotizzato, le regole di visita o gli obblighi di sostegno economico. Il giudice potrà a propria discrezione emettere alcuni provvedimenti provvisori in merito al contributo di mantenimento e all’affidamento dei minori.

Entro 90 giorni dal deposito del ricorso, poi, dovrà essere convocata l’udienza del giudice, che darà corso alla richiesta di divorzio nel momento in cui la sentenza parziale di separazione sarà validata in giudicato. Tra i requisiti vincolanti figura anche quello di una non convivenza ininterrotta nel luogo di residenza della famiglia oppure del ricorrente; la riforma prevede peraltro un canale di trattamento preferenziale destinato alle donne e agli uomini vittime di violenza domestica.

Sarà prevista, entro il mese di ottobre del 2024, la creazione di specifici tribunali circondariali e distrettuali cosiddetti per le persone, per i minorenni e per le famiglie con l’obiettivo di arginare la frammentazione tra le competenze del tribunale ordinario, del tribunale per i minorenni e del giudice tutelare.

Le separazioni in Valle d’Aosta

Più matrimoni e meno divorzi: la Valle d’Aosta in ripresa dopo la pandemia?

È del nord ovest della Penisola il primato italiano delle separazioni effettuate lungo il 2020, nel complesso 20.893 sul totale delle 79.917 della nazione; differente per converso la tendenza del nord est (14.630 casi), del centro (16.670 casi), del sud (17.865 casi) e delle isole (9.859 casi).

Secondo quanto reso noto dall’Osservatorio economico e sociale della Valle d’Aosta, le separazioni portate a termine nella regione risultano in calo rispetto agli anni precedenti nonché in linea con le statistiche nazionali. Dai 232 casi registrati nel 2010, infatti, il decennio successivo ha assistito a una decrescita sostanziale che ha abbassato il dato a 160.

Sul totale dei provvedimenti, 109 sono stati presentati presso il tribunale locale, 97 con consenso di ambedue le parti e 12 senza consenso, mentre gli altri 51 sono avvenuti tramite accordi consensuali extragiudiziali, 48 come stato civile e 3 con assistenza di avvocati.

I divorzi in Valle d’Aosta

Il quadro degli scioglimenti e delle cessazioni degli effetti civili del matrimonio, altresì detti divorzi, non risulta dissimile: con un totale di 19.090 sui 66.662 dell’intera nazione, il dato del nord ovest supera i poco più di 13 mila casi di nord est, centro e sud e arriva quasi a triplicare i poco più di 7 mila casi delle isole.

Il monitoraggio della situazione valdostana dimostra invece un calo rispetto al 2010 di ben 41 episodi, portando i valori dai 187 del decennio passato ai 146 del 2020.

Se le misure giudiziarie adottate (complessivamente 82) sono state perlopiù consensuali (50) e soltanto in parte non consensuali (22), i patti non giudiziali (complessivamente 64) hanno richiesto per soli 6 episodi su 48 l’intervento di avvocati nella negoziazione.

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