Si è spenta Ivana Meynet, pioniera delle cure palliative in Valle d’Aosta

Infermiera specializzata in cure palliative, si occupava di malattie terminali e ha sempre avuto una predisposizione naturale per la  presa in carico dei pazienti in via terminale.
Ivana Meynet
Società

Una vita dedicata agli ultimi, a chi non vedeva via d’uscita nella sofferenza di una malattia che spegne la voglia di vivere.

Ivana Meynet non era un’infermiera normale, ma una pioniera. Sempre pronta all’ascolto e rivolta a chi non aveva più voce per combattere un male che non lascia via d’uscita: grazie a lei, alla sua tenace voglia di accudire, al suo mettersi al servizio dei malati, nel 2010 nasceva l’Hospice regionale, struttura all’avanguardia nelle cure palliative e nella filosofia delle cure attive in contrapposizione con l’idea di abbandono del malato in fase terminale.

Un master in cure palliative, ma soprattutto la sua attitudine e la sua esperienza a dimostrazione di una umanità pura e presente, sempre, con chiunque. Un animo sensibile alla sofferenza, ai segnali del corpo che cambia e che non è rimasto indifferente di fronte alla sua malattia, ma che è riuscito ad affrontarla con un’intelligenza e un’ironia rare, qualità che mai l’hanno abbandonata.

Infermiera specializzata in cure palliative, si occupava di malattie terminali e ha sempre avuto una predisposizione naturale per la  presa in carico dei pazienti in via terminale; per un periodo passa al reparto di ginecologia ostetricia, periodo che per lei, dotata di grande poesia e delicatezza, rappresenta un capovolgimento e una sterzata ironica: dall’hospice alle nascite, come in un ciclo buffo alla Benjamin Button. Impegnata anche nella divulgazione della conoscenza sulla gestione del dolore e dell’accompagnamento dei pazienti, in tanti la ricordano in veste di insegnante in numerosi corsi che teneva per colleghi e infermieri.

I colleghi la ricordano come un’amica, disponibile, sempre pronta a mettere il bisogno degli altri prima del suo, come in alcuni momenti in oncologia, uno dei primi ricoveri, quando era proprio lei a rassicurare il personale sulle sue condizioni, nonostante il brutto sarcoma cercasse di avere la meglio su di lei.

Ivana era una figura importante e fondamentale anche per la sua comunità, Sarre, che l’ha vista consigliera comunale nella lista Uv, prima con Diego Empereur (2005-2010) e poi con Roberto Vallet (2010-2015), erede di una tradizione politica familiare nel partito autonomista. “La ricordo come una giovane consigliera unionista alle prime armi, una ragazza esuberante, ricca di entusiasmo e voglia di fare” dice Empereur. Anche in politica però la sua ambizione è sempre stata quella di non lasciare indietro nessuno, di essere prima di tutto onesta con se stessa, lavorando molto per il sociale e per quel mondo che lei conosceva e amava.

Sarre e il mondo della sanità perdono una figura apicale delle cure palliative, una tecnica dal cuore gonfio di amore per i più deboli e per chi soffre. Quell’hospice per cui lei aveva lottato e per cui credeva fortemente l’ha curata e sostenuta fino all’ultimo, così come i suoi colleghi, i suoi amici e i clown di Missione Sorriso con cui Ivana ha affrontato la malattia sempre con dignità e senza vergogna, ma con l’animo di una guerriera gentile e dalla rara intelligenza.

Ivana lascia il marito Daniele, la figlia Cecilia, le sorelle Erminia e Alida e il papà Elviro.

ivana
ivana

 

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