Si ridurranno di 47 ettari i confini del Parco nazionale del Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d’Aosta, pari allo 0,07% dell’intera area protetta che si estende su 70 mila ettari. La decisione è contenuta in un documento tecnico approvato nei giorni scorsi dal consiglio direttivo dell’ente cui farà seguito l’apertura di un tavolo con il Ministero dell’Ambiente, con le regioni interessate e i Comuni per definire la nuova cartografia e giungere al decreto del Presidente della Repubblica. Vengono così accolte le proposte di modifica fatte dai i comuni valdostani di Introd, Aymavilles, Cogne, Champorcher e quelli piemontesi di Ceresole Reale, Noasca, Locana e Ronco Canavese con i quali è stato concertato.
Nel corso degli anni, soprattutto dagli anni sessanta agli anni ottanta, la questione dei confini del parco è stata al centro di tensioni e polemiche da parte dei comuni interessati con il Parco, che si ritenevano eccessivamente vincolate dall’area protetta, ma con il passare del tempo si è creato un clima di collaborazione che ha portato ad una concertazione positiva, soprattutto nel momento in cui il Parco ha cominciato a rappresentare un’occasione di rilancio e di sviluppo per l’economia delle vallate. La soluzione, sottolinea l’Ente parco, “comporta in realtà un aumento del territorio protetto, in quanto 153 ettari passeranno al confinante Parco regionale del Monte Avic e manterranno lo status di zona di protezione speciale per gli uccelli e di sito di importanza comunitaria”. Il nuovo piano del Parco e il regolamento definiranno in seguito le zone a tutela maggiore e quelle in cui saranno possibili attività di sviluppo del territorio.
Ripercorrendo la storia che ha portato allal costituzione del Parco, nel 1856 il re Vittorio Emanuele II aveva dichiarato Riserva Reale di Caccia una parte dell’attuale territorio del Parco, salvando in questo modo dall’estinzione lo stambecco che in quegli anni aveva ridotto la sua popolazione a livelli allarmanti. Nel 1920 il re Vittorio Emanuele III donava allo Stato italiano i 2.100 ettari della riserva di caccia. affinché vi creasse un parco nazionale. Il 3 dicembre del 1922 veniva istituito il Parco Nazionale del Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano. L’area protetta fu gestita fino al 1934 da una commissione dotata di autonomia amministrativa poi direttamente dal Ministero dell’Agricoltura e foreste fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale e ancora da un ente autonomo a partire dal 1947. Nel 1991 è stata promulgata una legge quadro sui parchi, uno strumento legislativo indispensabile per regolare la nascita e la vita delle aree protette in Italia, compreso il Parco del Gran Paradiso.