Sono arrivati con i campanacci, una finta bara e uno scatolone con su scritto “siamo in mutande” e al cui interno sono state gettati slip e bermuda.
La filiera della ristorazione è tornata stamane in piazza Deffeyes. Nella manifestazione, questa volta autorizzata, maestri di sci, negozianti, ristoratori e albergatori hanno chiesto di poter tornare a lavorare in sicurezza e di essere risarciti per i mancati introiti.
Prima di passarsi il megafono la piazza – 150 circa i manifestanti – ha osservato un minuto di silenzio per le vittime del Covid. Decessi attribuiti anche alla politica che “anziché prepararsi per la seconda ondata ha pensato alla campagna elettorale”.
Una delegazione dei promotori è stata poi ricevuta per quasi due ore dalla Giunta regionale, alla quale ha consegnato una lettera dove viene manifestata l’insofferenza per l’attuale situazione. “La disperazione è sempre più diffusa – si legge nella missiva – vi chiediamo risposte: il tempo è finito per noi, ma anche per voi”
All’uscita Piero Roullet racconta: “Sono uscite poche risposte. Ognuno cerca di difendere il proprio operato, ma le nostre ragioni, i nostri timori e le nostre paure sono intatti. Non possiamo solo piangerci addosso, dobbiamo fare di più, tutti insieme”.