Su “La Repubblica” un’inchiesta sulla Valle d’Aosta a firma di Curzio Maltese

Ha destato scalpore l'articolo pubblicato ieri sul quotidiano ?La Repubblica?, a firma di Curzio Maltese. Aosta e provincia sono finite nel mirino, tra virgolette, dell'inchiesta ?Chi comanda nelle città?, che...
Società

Ha destato scalpore l’articolo pubblicato ieri sul quotidiano ?La Repubblica?, a firma di Curzio Maltese.
Aosta e provincia sono finite nel mirino, tra virgolette, dell’inchiesta ?Chi comanda nelle città?, che analizza, settimanalmente, la situazione sociopolitica di una città italiana.

L’articolo prende inizialmente spunto dalla vicenda esemplare del Casinò e dell’Hôtel Billia, acquistato per 58 milioni dalla Regione. ?Con tre o quattro milioni in meno si può acquistare in giornata il Badrutt’s Palace di Saint Moritz, il più rinomato hotel montano d’Europa? sostiene Curzio Maltese. ?Senza contare – aggiunge – che il Billia vanta un passivo record di 11 milioni e ce ne vorranno altri cento per ristrutturarlo. E’ uno strano affare anche la gestione regionale del Casinò di St-Vincent, ch’era il primo d’Europa negli anni ’90 e ora è l’ultimo d’Italia e forse l’unico casinò in passivo del mondo?.
Curzio Maltese sottolinea quindi il ruolo importante dell’apparato regionale in tutti i settori chiave: ? Ad Aosta non c’è bisogno di chiedersi chi comanda in città o nella valle, basta guardarsi attorno. E’ tutto della Regione Autonoma. Privatizzare è un verbo inesistente nella politica locale. La Valle d’Aosta – afferma Maltese, citando Bruno Milanesio, socialista di vecchio corso – è ormai con Cuba l’unico angolo di socialismo reale al mondo?.
Il presidente della Regione, Luciano Caveri, interpellato dal giornalista, smentisce con forza: ?Quello che altri definiscono sacca di socialismo reale, io lo chiamo un grande welfare, nel solco delle socialdemocrazie europee?.
Curzio Maltese dedica spazio anche al settore trainante dell’economia valdostana, il turismo, in fase di stallo dopo gli anni delle cosiddette villeggiature d’élite, analizzando il rapporto talvolta, a suo parere, conflittuale, tra i valdostani e i turisti, e l’insofferenza verso le ?goffe comitive di milanesi e torinesi che non sanno nulla di montagna?.

All’Union valdôtaine, principale partito regionale, definita ?un piccolo capolavoro politico che realizza in un colpo, sia pure su scala minima, i sogni di secessionismo di Bossi e quelli del grande centro di Casini è dedicato ampio spazio. ?Ni droite ni gauche, né destra né sinistra, per alcuni – commenta il giornalista – è la versione patois di Franza o Spagna pur che se magna?.

Infine, vengono ripercorsi a grandi linee gli ultimi eventi politici, e in particolare le recenti elezioni, che hanno condotto Carlo Perrin e Roberto Nicco a rappresentare la Valle in parlamento. Una nota a margine merita, secondo Curzio Maltese, il percorso politico di Augusto Rollandin, definito ?il Padre padrone del partito?, colui che, sottolinea il giornalista, attualmente occupa le due leve principali del potere economico, in proprio la poltrona della Compagnia delle acque, e per delega la Finaosta, con il suo braccio destro, il brocker assicurativo Gianni Coda?.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte