Tamponi e convitto, l’Institut Agricole régional sperimenta la “bolla”

26 Novembre 2020

Mentre a livello nazionale si accende il dibattito intorno all’ipotesi di far ripartire il prossimo 9 dicembre la scuola in presenza, a livello locale c’è chi ha trovato il compromesso fra il diritto allo studio e il diritto alla salute.

Sfruttando le proprie professionalità, lo Iar, l’Institut agricole régional da lunedì scorso ha riportato una ventina di studenti in aula, dove l’aula sono spesso i campi e le vigne.

Dal 5 novembre scorso è stata avviata per tutti gli studenti delle scuole superiori la didattica a distanza. Il Dpcm e l’ordinanza regionale consentono però lo svolgimento, in presenza, delle attività laboratoriali, così come permettono ai ragazzi con disabilità di poter rientrare a scuola, affiancati dai propri operatori di sostegno.

Per consentire un rientro in sicurezza l’Institut agricole régional ha messo in campo, pagando di tasca propria, una campagna di screening. Tutti i ragazzi, chiamati di settimana in settimana a svolgere attività laboratoriali, così come i docenti e il personale in servizio, sono stati sottoposti a tampone rapido, eseguito e refertato dai tecnici dello Iar nei laboratori della scuola. Il test, così come la permanenza per tutta la settimana nel Convitto, è la conditio sine qua non per il rientro degli studenti.

“Abbiamo voluto creare una sorta di bolla, un po’ più sicura, pur consci del fatto che la sicurezza al 100% non si può avere” racconta il direttore Michele Siguado.

Il tampone non è obbligatorio, né per i ragazzi e tanto meno per i docenti, operatori pratici, chiamati a seguire gli studenti nelle attività di laboratorio, svolte nella maggior parte dei casi all’aria aperta. “L’adesione è stata però alta” spiega ancora Siguado “Uno o due studenti hanno rifiutato, più per il fatto di dover stare tutta la settimana in Convitto, che non per il test in sé. Per questi è comunque garantita la didattica a distanza e potranno, in seguito, recuperare l’attività di laboratorio”.

In totale sono stati eseguiti 110 test. “Settimanalmente faremo i tamponi agli studenti che rientrano per l’attività in presenza, oltre che al gruppo di sostegno. Per il personale, invece, definiremo la cadenza dei test con il medico competente”. In caso di positività –  tutti gli studenti sono risultati per ora negativi – il referente Covid della scuola avviserà il Dipartimento di prevenzione per l’avvio delle procedure di tracciamento dei contatti.

Difficile al momento dire se il modello messo in piedi dallo Iar, basato su piccoli numeri e competenze interne, potrà proseguire quando le scuole riapriranno alla didattica in presenza.

“Abbiamo ipotizzato di proporre questi screening da qui a fine anno per i docenti, mentre se dovessero rientrare tutti i 250 studenti non so se avremo la capacità di effettuare così tanti tamponi, molto dipenderà anche dalle normative e dall’evoluzione della situazione epidemiologica”.

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