Un fallimento epocale, questa la definizione cucita addosso all’?affaire Tecdis? dai sindacati e dalla classe politica durante l’assemblea sindacale svoltasi nella biblioteca comunale di Châtillon.
Al centro dell’attenzione generale, l’impressionante debito accumulato dall’azienda: cinquantacinque milioni, 50 derivanti dalla passata gestione di Ettore Marezzi, indagato per bancarotta, e altri 5 accumulati nel biennio di amministrazione straordinaria del commissario Roberto Cassinelli.
A fronte di queste cifre, i duecentomila euro che l’azienda avrebbe in cassa non rappresentano che le briciole di una torta sparita molto tempo fa.
Fallita la ricerca di un soggetto intenzionato a rilevare l’azienda, la Regione ha ribadito fermamente l’intenzione di aquistare lo stabilimento e di cercare nuove realtà interessate ad impiantarsi e ad avviare nuove attività.
Prosegue intanto l’affannoso tentativo di vendere almeno gli impianti e macchinari della Tecdis, già tecnologicamente obsoleti.
Ma la sfida più difficile e più importante da sostenere in questo momento è la ricollocazione professionale degli ex dipendenti. Sono stati previsti degli sgravi fiscali per le aziende valdostane che assumeranno i lavoratori dello stabilimento in cassa integrazione. Trentatre di loro sono stati già assorbiti dall’Usl e dal settore della forestazione.
Nessuna novità, invece, per il momento, per i dipendenti che durante il biennio di commissariamento avevano lavorato per fare fronte ad alcune commesse, e che non sono stati pagati.
Intanto i sindacati hanno annunciato di avere chiesto altri 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, a partire dal 24 giugno 2007, per i circa 170 ex lavoratori dell’azienda.