La notizia è stata ufficializzata ieri: la multinazionale giapponese Nakan, che in un primo tempo sembrava interessata ad insediarsi nello stabilimento della Tecdis Tectel di Chatillon in modo tale da garantire anche la salvezza dal punto di vista lavorativo delle maestranze, ha cambiato rotta. Chatillon non interessa più, è più appetibile uno stabilimento di Pont-Saint-Martin.
I dirigenti giapponesi hanno comunicato la decisione al presidente delle Regione Luciano Caveri, all’assessore alle attività produttive Leonardo La Torre, a Finaosta e alle organizzazioni sindacali.
Con questa decisione crolla ogni speranza di mantenimento del lavoro per il 240 dipendenti della Tecdis ora in cassa integrazione per poco più di 600 euro al mese.
Il cambio di rotta adottato da Takaschi Odagyma, presidente della Nakan, ieri assente, è dovuta al fatto che l’azienda giapponese sta per entrare in borsa e dunque azionisti e analisti finanziari fanno pressioni sull’operazione ritenendo che il momento non sia opportuno per nuovi investimenti.
La Nakan fattura circa 200 milioni di euro l’anno. Il buco della Tecdis è di 50 milioni.
Poche ora le soluzioni e le strade percorribili. La politica valdostana nelle persone del presidente Caveri e dell’assessore La Torre dovrà cercare di convincere il Ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani ad predisporre un nuovo bando d’interesse per Tecdis. Difficile fare previsioni.
L’unico barlume di speranza potrebbe essere quello di far confluire i lavoratori Tecdis nel nuovo stabilimento in cui che la multinazionale giapponese, leader nella produzione di schermi a cristalli liquidi TfT, andrà ad insediarsi. Di questo aspetto se ne parlerà il 28 luglio in un incontro con il presidente della Nakan.