Italiani ospiti indesiderati. Quella che solo fino a due giorni fa era una sensazione palpabile, è diventata una triste realtà, messa nero su bianco dal Governo israeliano in un provvedimento sull’emergenza Coronavirus. A farne le spese fra gli altri è il regista valdostano Alessandro Stevanon, nel paese dal 22 febbraio scorso, per una serie di sopralluoghi per il suo prossimo film, finanziato fra gli altri da Film Commission Valle d’Aosta. Stevanon si trova ora confinato nell’appartamento preso in affitto a Gerusalemme, in quarantena obbligatoria.
“Dalla mezzanotte di ieri io e la mia collega marchigiana, siamo rinchiusi in un appartamento di Gerusalemme sino a data da destinarsi – spiega Stevanon, raggiunto telefonicamente – Abbiamo il volo per l’Italia lunedì, ma il Governo israeliano invita gli italiani a rientrare e, quindi, non so se verremo rimpatriati prima”.
Il valdostano è giunto nel paese lunedì 22 febbraio. “Non c’era nessuna restrizione per i passeggeri provenienti dall’Italia. Dopo l’atterraggio, non abbiamo subito alcun tipo di controllo sanitario, se non quelli dei documenti per l’ottenimento del visto.”.
Questione di ore e poi tutto è cambiato. “Complice un’informazione italiana molto allarmista, abbiamo notato come, anche leggendo i giornali locali in lingua inglese, l’atteggiamento verso di noi stava cambiando. Un giorno siamo saliti su un taxi e dopo un po’ che chiacchieravamo, ci è stato chiesto da dove arrivassimo. Non appena abbiamo detto che eravamo italiani, il tassista ha fermato l’auto e ci ha invitato a scendere. Anche per le strade, se ci sentivamo parlare italiano, percepivamo un atteggiamento di timore, anche perché la parola Coronavirus è uguale sia in arabo che in israeliano. Gli amici e i protagonisti del film hanno compreso la situazione e ci hanno accolto in modo straordinario. Noi stiamo bene, non abbiamo sintomi influenzali e arriviamo da una regione che ad oggi non ha casi positivi. Le persone che ci conoscevamo, invece, per la prima volta, avevano difficoltà a starci vicino”.
Stevanon assieme alla sceneggiatrice marchigiana ha in questi giorni viaggiato nel paese. “Ci siamo spostati in Palestina per dei sopralluoghi per le riprese del film, all’epoca le restrizioni riguardavano i turisti coreani, respinti alla frontiera fra Betlemme e Gerusalemme. Noi non eravamo ancora nella black list”.

I due italiani hanno seguito con attenzione l’evolversi della situazione in Italia e nel paese.
“Tenevamo d’occhio il sito del Ministero e abbiamo più volte, senza riuscirci, provato a contattare le ambasciate italiane. Siamo riusciti a parlare in Italia con gli uffici della Farnesina a Roma, che alla nostra richiesta di informazioni ci ha chiesto di mandare loro una mail. – prosegue Stevanon – Siamo anche registrati sul Sito viaggiare informati, dove a tutt’oggi, non c’è traccia dei provvedimenti del Governo di Israele”.
E’ Stevanon stesso a scoprire sul sito del Governo israeliano le restrizioni imposte agli italiani.
“L’ordinanza è retroattiva per tutti gli italiani presenti nel paese, fino al 13 febbraio – racconta ancora il regista valdostano – Siamo trattati come appestati, obbligati a stare in casa e non possiamo avere contatti con nessuno. Siamo perseguibili, ma oltre ai controlli di polizia, siamo preoccupati dai momenti di isteria collettiva che abbiamo già visto in altri paesi, ai danni dei cittadini cinesi”.
Un disagio, ma anche un danno economico per chi, aveva programmato da tempo questo viaggio di lavoro.
“Dopo l’ordinanza siamo riusciti finalmente a contattare il numero di emergenza dell’ambasciata, che nonostante fossero passate diverse ore dalle restrizioni, era ancora in fase di contatti con il governo israeliano. Oggi abbiamo parlato con l’ambasciata a Tel Aviv che ci chiedono di aspettare perché non hanno informazioni più precise.”.
La quarantena ha colto di sorpresa Stevanon, che non ha avuto modo di attrezzarsi. “Non abbiamo scorte di viveri per stare chiusi in casa così a lungo – spiega – e ci è vietato uscire per fare provviste. Domani il consolato dovrebbe darci un supporto logistico pratico e aiutarci per i rifornimento di viveri”.
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Pazzesco! E’ proprio vero che la realtà a volte supera ogni fantasia