Treno: adesso per arrivare a destinazione bisogna rivolgersi alle forze dell’ordine

sabato 12-5, intorno alle ore 22.25, sono arrivata a Chivasso con treno proveniente da Torino e diretto a Milano. Dovevo, come altre persone presenti sullo stesso convoglio, proseguire per Aosta...
I lettori di Aostasera, Società

Gentile Redazione,
sabato 12-5, intorno alle ore 22.25, sono arrivata a Chivasso con treno proveniente da Torino e diretto a Milano. Dovevo, come altre persone presenti sullo stesso convoglio, proseguire per Aosta. Il capotreno, molto sollecito, ha contattato via cellulare i colleghi sulla tratta, per garantirci l’arrivo a destinazione, e ci ha rassicurato. Scesi a Chivasso, si è pure preoccupato di raggrupparci ed affidarci, insieme ad altri viaggiatori diretti ad Ivrea ed Aosta, nelle capaci mani del dirigente di stazione di turno.
Nel giro di poco tempo ci siamo resi amaramente conto di quanto fossero capaci queste mani!
Schematicamente: alle 22.50 ci è stato detto di salire su un convoglio che sarebbe partito alle 23.45(dunque già con 44’ di ritardo rispetto all’orario previsto, le 23.01) per Ivrea, dove avremmo trovato coincidenza; alle 23.30 siamo stati invitati a scendere, per prendere un bus sostitutivo diretto sempre ad Ivrea; alle 24 il bus in effetti è partito, ma i passeggeri diretti in Valle d’Aosta non sono stati fatti salire, perché ad Ivrea la coincidenza era stata soppressa; ci hanno detto che Trenitalia ci pagava il taxi; i taxi, però, erano 2 e solo 8 persone ne hanno potuto usufruire. Alle restanti( una ventina circa), il dirigente in questione ha detto di stare tranquille, poi si è allontanato, spiegando che avrebbe telefonato alla azienda dei taxi per avere corse supplementari. Dopo mezz’ora abbiamo capito che si metteva davvero male, perché il dirigente non si faceva trovare, era in stazione, ma evitava ogni contratto con noi. Intorno alle 00.40, ormai davvero preoccupati, abbiamo letteralmente bloccato una pattuglia dei Carabinieri e chiesto aiuto. Gli agenti ci hanno soccorso. .Hanno fatto le debite pressioni su Trenitalia, avvisando anche la Polfer di Torino della situazione creatasi e sono rimasti con noi fino a quando non sono stati certi dell’arrivo imminente di un bus sostitutivo .Si sono allontanati intorno all’una e venti, con l’accordo che, se il bus non fosse giunto, sarebbero intervenuti in ogni modo per farci arrivare a casa. Il pullman lo abbiamo visto poco prima delle 02.00.Siamo finalmente arrivati ad Aosta intorno alle 04.00, grazie ad un autista che, rinunciando al suo sonno, si è reso disponibile per questo servizio.
Il fatto si commenta da sé. Faccio notare soltanto che alcuni di noi avevano situazioni davvero complicate, una persona anziana era visibilmente sofferente, ma Trenitalia, che aveva soppresso i nostri treni senza preavviso, non si è neppure presa la briga di assisterci. Lo hanno fatto i Carabinieri e l’autista del bus sostitutivo, che mi sento di ringraziare. Tra le persone coinvolte in questo ennesimo disservizio ho notato alcuni turisti, ovviamente rimasti colpiti dal meraviglioso benvenuto offerto dalla nostra Vallée.
E’ tempo di svegliarsi, questa situazione ci danneggia come cittadini ed è fortemente lesiva dell’immagine turistica della Regione. Ormai, purtroppo, chiedere risposte all’Amministrazione Regionale pare utopico, data la sua plateale inerzia in materia. Dobbiamo rivolgerci alla società civile, per esempio ai Pendolari stanchi, che si stanno muovendo per salvare la nostra ferrovia, o quel che ne resta.
Nel frattempo cari cittadini, se restate a piedi….chiamate i carabinieri, che è meglio!

Aosta, 13-5-2012
Alessandra Piccioni-Aosta
 

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