“Tutta mia la città”: Aosta all’ora del “coprifuoco”

Due passi in centro, rapidi rapidi, per vedere come la città ha deciso di "reagire" alle drastiche misure imposte dal governo nazionale.
Piazza Chanoux - Foto di Massimiliano Riccio
Società

“Tutta mia la città, un deserto che conosco…”.

Sono le 18.10 di martedì 10 marzo: è il primo tramonto di Aosta in zona protetta, con il “coprifuoco” imposto dall’emergenza per il Coronavirus. Dopo aver aiutato la collega a trasmettere in diretta la conferenza stampa del Comitato Coordinamento Soccorsi, a Palazzo Regionale, decido di farmi due passi in centro, rapidi rapidi, per vedere come la città ha deciso di “reagire” alle drastiche misure imposte dal governo nazionale.

Molti negozi sono già chiusi, altri sono in procinto di abbassare le serrande. In “via” incrocio i primi passanti. Nessun altro si ferma, nessuno parla. Tutti sembrano diretti da qualche parte, con andatura decisa. Il termometro esposto all’esterno segna 14 gradi. Piazza Chanoux è deserta e l’ultima luce del giorno che filtra tra le nuvole la rende ancora più bella.

“Le luci bianche nella notte, sembrano accese per me, è tutta mia la città….”

I lampioni si accendono e in meno di cinque minuti di fatto cala la notte. Alle Porte Pretoriane c’è un silenzio irreale, rotto solo dal suono della pioggia sulle passerelle. Scivolo fino all’Arco d’Augusto. Il brachiosauro è ancora lì, con il suo lungo collo che s’inerpica verso il cielo, ai suoi piedi transitano un paio auto.  Mi giro e del tramonto è rimasto ben poco.

Il centro è completamente illuminato e mentre rientro verso la redazione incrocio solo un signore anziano, ricurvo sul bastone, che oscilla tra una vetrina e l’altra, per leggere i vari cartelli esposti dai negozianti. Ad un certo punto si gira, mi sorride. “ANDRA’ TUTTO BENE“. Un messaggio che ritrovo su tante vetrine, insieme ai consigli su cosa fare e non fare fino al prossimo 3 aprile.

“Porto con me un’immagine che non vedrò, tu che corri da me…da un’automobile che passa, qualcuno grida “va a casa”… è tutta mia la città…”

Due scatti di nuovo in piazza Chanoux e sotto i portici. Più in là, davanti alla farmacia, si è formata una piccola coda, si entra uno alla volta. C’è anche una ragazza con la mascherina sul viso. Mi concede uno scatto: “Sono andata a comprare le medicine”, mi dice come per giustificarsi.

Mi infilo nella viuzza che porta in Piazza Caveri, quasi spettrale con il suo saliscendi tra i resti romani e quel verde che sa già di primavera. In Piazza della Cattedrale incrocio solo tre agenti della Polizia Municipale che chiacchierano tra di loro, davanti alla loro auto. Svolto su via Croce di Città, un paio di scatti alla fontana e sono arrivato. Anzi, è ora di tornare a casa.

“E’ tutta mia la città…”

 

 

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