Non è un’utopia, ma un progetto che, nelle intenzioni dei promotori, ha già una localizzazione, un’idea dei costi e dei finanziamenti, delle linee-guida ed una definizione in tre fasi. Quello del Nuovo Ospedale valdostano è un argomento ed un progetto sempre attuale e, dopo una petizione lanciata su Change.org che ha per ora raggiunto circa 500 firme, il comitato promotore, rappresentato in conferenza stampa da Enzo Blessent, Paolo Pierini e Graziano Tacchella, ne ha presentato alcuni dettagli in più.
Per un Nuovo Ospedale “nulla dovrà essere come prima”
L’emergenza sanitaria per il coronavirus ha rappresentato un pericolo ma anche un’opportunità per dare nuova vita alla sanità valdostana. Con il Pandemic Crisis Support, una linea di credito creata nell’ambito del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), l’Italia avrebbe a disposizione circa 36 miliardi di euro da investire nella sanità. Ecco che, come evidenziato da Graziano Tacchella, sarebbe arrivato il momento per la costruzione di un Nuovo Ospedale anziché proseguire con lavori di rifacimento e ristrutturazioni del Parini, come succede da decenni a questa parte. “Lo dice anche una relazione di Umberto Veronesi e la Corte dei Conti: la tendenza è quella di costruire, in favore dell’efficienza”.
L’area dove sorgerebbe il Nuovo Ospedale sarebbe a Saint-Christophe, dietro il magazzino di stoccaggio delle fontine in Località Croix-Noire e, per coprirne i costi (circa 150 milioni di euro), Enzo Blessent porta l’esempio del nuovo ospedale di Annemasse-Bonneville, con un finanziamento misto pubblico-privato che ne accorcerebbe i tempi burocratici.
Progetto Salute 2030: tre fasi per una sanità valdostana moderna ed efficiente
Per arrivare al Nuovo Ospedale, però, sono necessarie due fasi precedenti. Nella fase Post-Covid, che i promotori vorrebbero si concludesse entro l’autunno, sarà necessario adottare le misure necessarie per contenere un’eventuale seconda ondata, anche potenziando la capacità del laboratorio analisi ed incrementando i posti letto e le attrezzature per la terapia intensiva.
La fase intermedia, “Territorio e Ospedale”, passa per una riorganizzazione del Parini: spazio solo per i pazienti acuti o con complicità diagnostico-terapeutica e spostamento del dipartimento materno-infantile dal Beauregard al Parini. La direzione sanitaria, gli uffici amministrativi, gli ambulatori, i day hospital ed i prericoveri verrebbero spostati in una struttura esterna prefabbricata. Fondamentale è che in questo processo il territorio faccia da filtro, puntando ad una “deospedalizzazione”.
Il comitato promotore punta ora a proseguire il dialogo con i vari rappresentanti e attori sul territorio, auspicandosi che, in vista delle prossime elezioni, il tema torni di attualità.
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vuoi fare girare l’economia fare lavorare l’edilizia RISTRUTTURA l’esistente e chiudi gli occhi se trovi uno scheletro o un sasso romano……ma basta costruire su prati. Poi l’utilità quale sarebbe ?’??? alla fine dove si rischiava di prendere il covid era negli ospedali strutture x anziani RSA etc Promotori andate in ferie e meditate grazie di cuore