Spett. redazione di Aostasera,
mi corre obbligo rettificare le semplificazioni e le inesattezze riferite dal sig. Joseph Rivolin nel merito del riconoscimento UNESCO alle Dolomiti. Chi vi scrive è la persona che a nome di Mountain Wilderness e CIPRA Italia ha seguito giorno per giorno le fasi della candidatura e della vittoria.
Innanzi tutto la posizione di Mountain Wilderness. Una gioia, una festa, una nostra vittoria costruita anche grazie alla sensibilità e intelligenza delle cinque amministrazioni provinciali interessate. Detto questo vi sono problematicità tra le quali che il riconoscimento venga ridotto a semplice marchio turistico. Ma a nostro avviso le garanzie offerte dalla istituzione della fondazione che gestirà i cinque territori sono importanti. E' fondamentale che l'associazionismo ambientalista venga riconosciuto come parte attiva e propositiva nella gestione dei territori e della cultura espressa nelle Dolomiti. Forti di questa vittoria come dimostrato all'UNESCO dal progetto Dolomiti, la tutela di un bene seriale (in senso istituzionale), questo progetto pilota accompagnerà nell'immediato la candidatura del massiccio del Monte Bianco a patrimonio dell'umanità. Per le Dolomiti si apre la possibilità che da patrimonio naturale divengano patrimonio misto (culturale più naturale)
Le inesattezze di Rivolin:
non è vero che Dresda abbia voluto uscire, è stata cancellata dall'UNESCO per gravi inadempienze nella gestione del centro storico, la costruzione del nuovo futuristico ponte sul fiume.
Non è vero che vi siano state imposizioni del ministero, le cinque province hanno lavorato in piena autonomia e sostenute dalla collaborazione del ministero dell'ambiente. Questo nonostante fossero presenti province a Statuto ordinario e altre dotate di ampia autonomia, come nel caso della Valle d'Aosta.
Il territorio non è minimo, i siti sono 9 ma comprendono una superficie di 231.000 ettari, tutte in zona di riserva di conservazione speciale come da direttiva habitat dell'Unione Europea (parchi più biotopi più SIC e ZSC).
non è vero che Dresda abbia voluto uscire, è stata cancellata dall'UNESCO per gravi inadempienze nella gestione del centro storico, la costruzione del nuovo futuristico ponte sul fiume.
Non è vero che vi siano state imposizioni del ministero, le cinque province hanno lavorato in piena autonomia e sostenute dalla collaborazione del ministero dell'ambiente. Questo nonostante fossero presenti province a Statuto ordinario e altre dotate di ampia autonomia, come nel caso della Valle d'Aosta.
Il territorio non è minimo, i siti sono 9 ma comprendono una superficie di 231.000 ettari, tutte in zona di riserva di conservazione speciale come da direttiva habitat dell'Unione Europea (parchi più biotopi più SIC e ZSC).
Ora ci attendiamo che la staffetta passi al Monte Bianco, L'Europa è l'unico continente a non aver inserito la sua montagna più alta nei patrimoni UNESCO.
Luigi Casanova
vicepresidente di CIPRA Italia.