Usl, dimissioni in blocco del rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. “Perplessi sulle misure messe in atto”

Le dimissioni sono arrivate questa mattina e sono gli stessi Rls a spiegarle in una nota. "Malgrado le ripetute segnalazioni e proposte fatte dagli Rls per costruire un modello di organizzazione partecipata riguardo la prevenzione del rischio a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, non sono seguiti atti concreti".
USL - Ex Maternità
Società

Una nuova grana si abbatte sull’azienda Usl. Sono arrivate questa mattina le dimissioni in blocco dei rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza dell’Usl.

“Pur consapevoli dell’impegno da parte di tutti (datore di lavoro, Rspp, dirigenti, preposti e lavoratori) nel gestire le criticità strutturali e organizzative nonché il contenimento del rischio durante il periodo emergenziale Covid-19, le motivazioni che hanno portato gli Rls a questa grave e sofferta decisione  – spiega una nota – sono da ricondurre al fatto che, malgrado le ripetute segnalazioni e proposte fatte dagli Rls nel periodo febbraio-aprile 2020 al fine di costruire un modello di organizzazione partecipata riguardo la prevenzione del rischio a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, non sono seguiti atti concreti in termini di informazione, partecipazione e consultazione con gli Rls”.

In particolare i rappresentanti dimissionari – la comunicazione è firmata da Denise Alleyson, Riccardo Brachet Contul, Maria Luisa Colabello, Flaviana Filippetto, Francesco Macrì, Fabio Massa, Salvatore Presta e Tiziana Sibille – lamentano diverse criticità. Fra cui: la mancata consultazione sulla designazione del Rspp e del suo sostituto, la mancata consultazione preventiva in ordine alla individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione del rischio nell’azienda o unità produttiva attuale dal datore di lavoro. Le riunioni tenutesi, precisano i firmatari della nota, sono state convocate a seguito di sollecito degli Rls.

Altra criticità riguarda l’impossibilità per gli Rls di promuovere l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori e ancora alla mancata consultazione in merito all’organizzazione della formazione a favore di lavoratori, preposti e dirigenti fino alla mancata informazione riguardo gli infortuni e le malattie professionali da Covid-19.

“Gli Rls – si legge ancora – esprimono tuttora perplessità circa le misure preventive messe in atto e/o modificate per la tutela della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori per i diversi gradi di rischio e nelle diverse strutture operative”.

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