Viaggio da Venaria Reale alla Valle d’Aosta sulle tracce del Conte Verde, Amedeo VI di Savoia

Il gruppo storico dei cavalieri del Conte Verde ha iniziato oggi, sabato 30 agosto, il viaggio che li porterà ad Aosta il prossimo 7 settembre. Obiettivo dell'iniziativa, rievocare gli antichi viaggi compiuti da Amedeo VI per visitare i suoi possedimenti.
Società

Sono una ventina i cavalieri del Conte Verde, gruppo storico legato alla figura di Amedeo VI di Savoia, soprannominato il Conte Verde, che da oggi sabato 30 agosto, hanno iniziato un viaggio, che da Venaria Reale li porterà, sabato 7 settembre, ad Aosta.

Obiettivo dell’iniziativa è di rievocare gli antichi viaggi compiuti per visitare i suoi possedimenti, proprio da Amedeo VI di Savoia, il nobile che si porta dietro il nome di Conte Verde perché indossò abiti di quel colore per tutta la vita, dopo aver vinto il torneo di Bourg-en-Bresse nel 1356).

I cavalieri, ognuno dei quali rappresenta un personaggio d’epoca con costumi e vessilli che riproducono quelli originali, curati minuziosamente in ogni dettaglio, attraverseranno nei prossimi giorni le antiche strade delle terre dei Savoia, fermandosi in tutte le località sedi di dimore e castelli di nobili e reali presenti lungo il percorso.
L’ingresso in Valle d’Aosta è in programma per martedì 2 settembre, quando i cavalieri arriveranno a Pont-St-Martin. I giorni seguenti faranno tappa a Vèrres  e a Saint-Vincent mentre venerdì 5, l’arrivo a Nus, previsto per le ore 11, sarà salutato dai rappresentanti dell’amministrazione comunale, con il Sindaco Gian Marco Grange in testa.  Nel pomeriggio dalle 17a Fénis, i cavalieri allestiranno un accampamento medioevale presso l’area di Tsanté de Bouva  prima di sfilare, dalle ore 22, con torce e costumi medioevali.

Quello in Valle d’Aosta non è il primo viaggio storico del gruppo che, nel 2003  nel 2005 hanno attraverso la Savoia francese, da Torino a Chambéry e fino ad Hautecombe, famosa abbazia dove riposano le spoglie di Amedeo VI.

“Tra i nobili obiettivi di questa associazione piemontes – si legge in una nota –  vi è anche il recupero e la salvaguardia dei cavalli che vengono utilizzati. Si tratta difatti di equini considerati di “fine carriera” che, con troppa leggerezza, vengono spesso destinati dai loro proprietari al macello. Con questo intervento, invece, questi animali tornano ad essere valorizzati, recuperati da questi appassionati che garantiscono loro una nuova giovinezza.”

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