“Voi non siete liberi”, Crepet accende il dibattito sulle scelte dei giovani ai tempi del web

Come gli influencer veicolano i nostri pensieri? Cosa intendiamo davvero per libertà di scelta? Con queste domande si è aperto questa mattina - tra non poche provocazioni e polemiche - il dibattito aperto agli studenti condotto dal prof. Paolo Crepet, psichiatra e sociologo.
Conferenza prof. Paolo Crepet
Società

Il teatro Splendor era pieno di studenti delle scuole superiori, questa mattina, per ascoltare – e sopratutto interagire – con il professor Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, intervenuto per chiudere il progetto transfrontaliero “Giovani”, nell’ambito del piano integrato PITEM-PROSOL. Temi caldi del dibattito, la riflessione intorno all’idea di futuro, alla libertà di scelta e all’influenza esercitata dalle nuove tecnologie. 

Dopo un’introduzione generale circa il futuro della nuove generazioni, la discussione si è accesa generando non pochi fraintendimenti tra il pubblico di giovani studenti e il relatore. Alla lapidaria “voi non siete liberi” pronunciata da Crepet, sono iniziate le polemiche degli studenti, contrari a questo tipo di giudizi e generalizzazioni. Il professore però è rimasto fermo nelle sue idee, convinto che le nuove generazioni non possano dirsi libere di scegliere, considerando il ruolo degli influencer nella società odierna e l’utilizzo che le aziende fanno dei big data e delle informazioni che inseriamo sui social. Secondo Crepet, dal momento che un giovane sceglie di seguire queste figure non è più possibile parlare di libertà di scelta, poiché ogni azione diventa una copia di ciò che si è visto e sentito sul web.

Tante le domande che gli studenti, in un clima di malcontento generale, hanno posto al relatore portando la riflessione verso una discussione sempre più accesa. “Come possiamo trovare la forza di essere noi stessi in una società che sembra impedirci di essere liberi?” chiede una studentessa. “Bisogna evitare il copia e incolla e pensare con la propria testa, in questo senso la scuola è un luogo importante dove poter sviluppare un pensiero critico e autonomo – ha spiegato il professore, continuando – anche l’autostima, allo stesso modo, va costruita poco alla volta. Occorre nutrire la nostra mente con interessi diversi e continuare a mantenere il cervello in continuo allenamento, altrimenti si atrofizza”. Questi i consigli del professore per essere davvero liberi ed evitare il calo di attenzione tipico, a suo dire, dalle nuove generazioni.

“Dove inizia e finisce la libertà di ciascuno?” ha quindi chiesto un ragazzo verso la fine di quello che sembrava essere diventato uno scontro generazionale. “Per essere davvero liberi basterebbe iniziare, per esempio, andando a scuola senza la camicia e la cravatta, ribellandosi al dress code” è stata la risposta provocatoria di Crepet allo studente – con indosso la divisa dell’Istituto Alberghiero – che ha generato ulteriori accesi scambi d’opinione.

Nonostante si sia cercato di cambiare argomento nel corso della conferenza, sono stati molti i temi che i ragazzi non hanno condiviso: dall’idea che gli amici conosciuti solamente sul web non possano essere considerati come tali, al crescente calo di attenzione dei giovani d’oggi, fino al metaverso definito da Crepet “una presa in giro gigantesca”. La discussione si è quindi protratta fino alla fine della conferenza senza però aver trovato un punto di incontro tra gli studenti e il relatore.

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