La scorsa settimana era stato “rallentato” dai crampi allo stomaco, e nonostante fosse riuscito a raggiungere la vetta dell’Everest (8.848 metri), non era soddisfatto del tempo impiegato per compiere l’impresa (26 ore partendo dal monastero di Rongbuk, dislocato a 5.100 metri, e tornando al campo base avanzato, a 6.500 metri). L’idea di battere il record di Marc Batard nel 1988 – 22 ore e 29 minuti per salire e scendere dalla parete sud – allo stesso tempo, era sfumata.
Eppure Kilian Jornet ha deciso di riprovarci, qualche giorno più tardi, sempre senza ossigeno e l’utilizzo di corde fisse. Questa volta il trentenne catalano è partito dal campo base avanzato e, nonostante il forte vento, è arrivato in vetta in sole 17 ore. Il risultato è un’altra impresa e un altro record sfumato, questa volta per pochi minuti: il tempo migliore per la salita dal versante Nord è dell'austriaco Christian Stangl, in 16 ore e 42 minuti nel 2006. “Sono così contento di aver raggiunto di nuovo la vetta – ha dichiarato l’atleta – Mi sentivo bene ma c’era molto vento e quindi questo mi ha impedito di muovermi più velocemente”.