Elisa Brocard ai saluti finali: “Mi porto dentro il ricordo di persone e luoghi meravigliosi”

La 37enne di Gressan si ritira dallo sci di fondo al termine di una carriera che le ha regalato tante gioie, tra cui le Olimpiadi. "Non è un addio allo sport".
Elisa Brocard - foto Alessandro Garofalo/Pentaphoto MateImage
Sport

Una quarantina di chilometri, più o meno la distanza di una maratona – la stessa che sogna di correre, prima o poi, a New York –, da affrontare con la consueta grinta ma sempre col sorriso. Le stesse caratteristiche che hanno contraddistinto la sua carriera agonistica, ormai trentennale, che tra una decina di giorni volgerà al termine: dopo la 10 km in tecnica libera e la 30 km in tecnica classica dei campionati italiani di Dobbiaco, Elisa Brocard appenderà gli sci da fondo al chiodo. La data da segnare sul calendario è domenica 3 aprile. Lo ha annunciato ieri sera con un post, lo pensava da tempo.

Alla fine della scorsa stagione avevo già deciso che avrei fatto ancora quest’anno, visto che c’erano le Olimpiadi”, racconta la 37enne di Gressan. “Poi, purtroppo, è andata come sappiamo, ma sono comunque contenta di averci provato. Mi sarei ritirata al termine della stagione anche se fossi stata convocata, ma di certo chiudere la carriera con le Olimpiadi di Pechino sarebbe stato più bello”. Un dolore ancora fresco per lei, che però si è tramutato in possibilità: “Dopo le selezioni olimpiche ho portato avanti la stagione togliendomi tante soddisfazioni personali, gare mitiche come la Marcialonga, la Transjurassienne, l’Engadina, la Birkebeinerrennet: sono state un po’ un regalo che mi sono fatta a chiusura di carriera”.

Non è un addio allo sport, è lì il futuro: “Spero di continuare in questo mondo”

Non è un addio allo sport – lo ha scritto nel post, lo ha ribadito in questa intervista – perché lo sport è la sua passione, il suo lavoro, la sua vita. Di sicuro continuerà a praticarlo, magari con più leggerezza e guardando un po’ meno alla performance perché “dopo tanti anni che ti alleni due volte al giorno tutti i giorni, la testa vuole voltare pagina”, ma è proprio nello sport che vede il suo futuro. “Io spero di continuare in questo mondo, nelle prossime settimane mi confronterò con il Centro Sportivo Esercito e cercheremo di capire insieme quale possa essere la mia strada”, prosegue Elisa Brocard che, nel frattempo, ha preso le qualifiche di maestra, allenatrice ed istruttrice nazionale.

Dalla famiglia di fondisti al sogno delle Olimpiadi che si avvera: “Mi porto dentro le emozioni delle persone e dei luoghi”

Il papà Remo, lo zio Marco, la sorella Sara: Elisa ed i suoi risultati non potevano che nascere da una famiglia di fondisti. “I miei genitori mi hanno messo sugli sci da fondo che avevo tre anni, poi da sorella minore ho preso come punto di riferimento mia sorella. Ero nello Sci Club Drink, poi nel comitato Asiva, poi in Nazionale da juniores. Ho passato anche diversi anni facendo atletica nella Calvesi, in cui sono ancora iscritta. È un mondo che continua ad affascinarmi e che mi piacerebbe tornare a frequentare. Ho capito che lo sci di fondo sarebbe stata la mia vita quando sono entrata nell’Esercito – era il 2002 – e da lì ho fatto della mia passione il mio lavoro”. Negli ultimi 6 o 7 anni è poi arrivata un po’ più di continuità “grazie al mio allenatore, Simone Paredi, ed mio preparatore atletico, Erik Benedetto, che hanno lavorato molto bene insieme e mi hanno portata ai miei migliori risultati”.

Una carriera in Coppa del Mondo iniziata a 22 anni in casa, a Cogne, poi tanti anni con soddisfazioni e delusioni. Ma i risultati sono principalmente numeri, quelli si possono anche trovare online. “Sì, i risultati sono quello che ti spingono ad andare avanti, ma mi porto dentro il ricordo di tutte le persone che ho conosciuto, dei luoghi che ho visitato, delle realtà con cui mi sono confrontata”, confessa Elisa. “Posti come Oslo, la patria dello sci di fondo, e la gente che c’era sul percorso mi hanno emozionato tantissimo. I Mondiali di Seefeld, in cui ho chiuso al 10° posto nel 2019 la sprint, con la mia famiglia ed i miei nipoti lì a guardarmi. Persone come Arianna Follis, mio punto di riferimento e che ho avuto la fortuna di vedere da vicino, o come Magda Genuin, con cui spesso ho condiviso la camera e le gioie e dolori, o ancora come Marco Albarello che, insieme alla mia famiglia e ad altre persone, mi ha detto di tenere duro quando ho pensato di smettere prima della prima Olimpiade”.

Già, la prima Olimpiade. Quel sogno nel cassetto che racconti in classe alla maestra, a cui nessuno crede. Elisa Brocard lo ha realizzato tre volte (quasi quattro, ma quel tasto dolente lo abbiamo già toccato), e non c’è dubbio che sia stato il momento che più ricorda: “A Vancouver nel 2010 ho potuto anche assistere alla cerimonia di apertura. Un sogno che si realizzava in un posto stupendo. Ma anche Sochi nel 2014 e Pyeongchang nel 2018 sono stati momenti importanti della mia carriera, una conferma che alle Olimpiadi non ci ero andata per caso”.

Luoghi e persone che spera di continuare a visitare ed incontrare in viaggi, questa volta, di piacere. Prima c’è un ultimo viaggio di lavoro da fare a Dobbiaco: “Vediamo quanta energia mi rimane. Male che vada sarà una bella passerella”. Una passerella meritata, che sicuramente affronterà col consueto sorriso.

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