Lunedì notte a Valsavarenche ad accogliere i concorrenti del Tor che arrivavano dal Colle Entrelor imbiancato non c’era nessuna ambulanza. Ad accorgersene sono stati in primis i gestori dell’Hostellerie du Paradis che hanno offerto, gratuitamente, un riparo a una settantina di aspiranti giganti, alcuni con principi di ipotermia.
“Quest’anno – spiega Mauro Cometto, Coordinatore della Federazione regionale delle organizzazioni di volontariato del soccorso della Valle d’Aosta – i volontari del soccorso e della Croce Rossa non sono stati coinvolti come gli anni scorsi”.
L’organizzazione del Tor ha chiesto solamente 4 ambulanze equipaggiate di soccorritori, una quarantina circa, per le postazioni di Courmayeur (1 alla partenza e una all’arrivo da mercoledì 16 settembre a fine manifestazione), una a La Thuile lunedì 13 settembre e una a Niel di Gressoney (da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre). I volontari del soccorso che si trovavano lunedì notte a Valsavarenche erano lì a titolo personale.
Gli anni scorsi i mezzi impiegati erano stati una quindicina e i volontari 150. “Se reputano di poter fare a meno dei volontari del soccorso e soprattutto delle ambulanze noi ci adeguiamo, chi organizza si assume la responsabilità. – prosegue Mauro Cometto – Dispiace però perché il Tor è diventato il simbolo della Valle d’Aosta e i volontari del soccorso in questi anni hanno fatto sforzi fuori dal comune per la manifestazione, gestendo l’assistenza e allo stesso tempo portando avanti le attività ordinarie.”
La comunicazione dell’esclusione dei volontari dal Tor è arrivata quando i presidenti delle organizzazioni del soccorso avevano già pianificato le turnazioni e molti volontari si erano presi ferie dal lavoro. “Avremmo gradito almeno essere consultati dall’organizzazione perché avremmo potuto portare la nostra esperienza nel momento della decisione su quali ambulanze tagliare e quali mantenere.” aggiunge Cometto.
La spesa per le 15 ambulanze che normalmente presidiavano la manifestazione si aggira sui 20mila euro “Sono tariffe imposte dalla Regione” ricorda il Coordinatore della Federazione dei volontari del soccorso che non nasconde la propria amarezza per questa scelta. “Chi organizza ha optato per un’assistenza diversa, come sempre però non si perde occasione per fare sentire i volontari la ruota di scorta di un sistema”.