Con l’arrivo della bella stagione aumentano, inevitabilmente, i ciclisti sulle strade, la cui preoccupazione per la propria sicurezza ed incolumità cresce esponenzialmente.
Oltre alle annose questioni e diatribe tra automobilisti ed ciclisti, tra distanze di sicurezza degli uni ed espansione in larghezza degli altri, monta la rabbia degli amanti delle due ruote per quanto riguarda le condizioni delle stesse strade e, in particolar modo, delle gallerie.
Natale Dodaro, membro del comitato organizzatore del Giro Ciclistico della Valle d’Aosta (che partirà il 12 luglio), aveva già sollevato la questione più di 20 anni fa, quando era presidente del Comitato Regionale della Federciclismo: “Per noi ciclisti le gallerie sono troppo pericolose. Quando mi feci portavoce del disagio di tutti gli amanti della bicicletta, nel 1996, l’Anas rispose alla Regione che erano stati stanziati 3 miliardi di vecchie lire per la ristrutturazione delle gallerie sulla Statale in direzione Courmayeur. Da allora non mi sembra che la situazione sia migliorata, anzi, forse è anche peggiorata”. Dodaro sottolinea anche che non sono solo le gallerie a rappresentare un problema per i ciclisti – vista la larghezza limitata e la scarsa illuminazione – ma anche il fatto di non avere alternative: “Un tempo c’erano i percorsi all’esterno dei tunnel”, continua. “L’aspetto positivo per noi erano la sicurezza e la possibilità di godere dei nostri paesaggi. Ora, invece, sono state messe delle paratie obbrobriose, dei doppi guardrail che sono orribili da vedere ed impediscono il passaggio. Anziché metterli in sicurezza, i percorsi alternativi sono stati chiusi”. Dodaro fa l’esempio della galleria di Leverogne dove, oltretutto, “non è neanche segnalato che il passaggio esterno è chiuso, costringendo i ciclisti a tornare indietro a metà strada. Tutto questo ci obbliga a passare all’interno delle gallerie, che è molto pericoloso”. Infine, un appello: “Vorrei sapere il perché del silenzio di chi ci deve rappresentare dal punto di vista sportivo e politico. Vogliamo che ci sia la possibilità di mettere in sicurezza per i ciclisti le gallerie o i percorsi alternativi”.