Lisa Borzani ed il trail: quando la passione è più forte degli infortuni

28 Marzo 2019

“Chi sa fare, fa. Chi non sa fare, insegna”. Questa citazione di Arthur Bloch è stata poi estesa da Woody Allen in Io e Annie in “Chi non sa insegnare, insegna ginnastica”. Esistono però anche persone che sanno fare e, non potendo fare, insegnano “ginnastica”.

Lisa Borzani è una di queste: nel trail ci sa fare, eccome, e lo dimostrano i suoi due trionfi al Tor des Géants, tra le tante vittorie. Un anno fa per lei è iniziato un calvario con un dolore ad un ginocchio poi esploso a maggio durante i Mondiali di trail: “Maledico quel giorno, che era pure il mio compleanno. Avevo iniziato ad avere male ma non volevo mollare, anche per fare gioco di squadra. Correrci sopra per 90 km è stato deleterio”. Da lì, Borzani ha provato a ripartire, arrivando a completare corse di un paio d’ore: “Il problema è che io sono drogata di ultra trail, due ore non mi bastavano”. La soluzione all’infortunio non si trovava, così un paio di settimane fa è stata operata al ginocchio e si è scoperta una cartilagine infiammata, “rammollita, dicono loro”. Il percorso riabilitativo non è semplice, ma per fine maggio la speranza è che il calvario sia alle spalle: “Faccio esercizi, bici, nuoto. Soprattutto, devo contenermi nel mangiare, e quello sì che è un peso!”, dice scherzando.

La padovana ormai trapiantata a La Magdeleine ha allora deciso di insegnare, avviando dei corsi di trail insieme al marito Paolo Pajaro, altro ultra trailer di grande livello [anche se la diatriba su chi sia il più forte dei due continua a tenere banco in tutto l’ambiente, nda]. “Era da un po’ che volevamo farlo”, dice Lisa, “anche per poter trasmettere la nostra passione per questo sport, ma non potevamo perché non avevamo i titoli. Abbiamo quindi fatto un corso di abilitazione e ci siamo iscritti all’albo degli istruttori di trail, riconosciuto dal CONI”.

Lisa e Paolo, grazie all’Asd Polisportiva I Lupi delle Alpi, hanno quindi dato vita a TRAILored, un gioco di parole basato sull’inglese “tailored”, su misura: insomma, un avvicinamento al trail su misura per tutti. “Siamo partiti dal piccolo, da La Magdeleine, anche grazie al Comune che ha messo a disposizione la torretta del paese, e abbiamo trovato una bella partecipazione di gente entusiasta. Abbiamo organizzato anche dei camp ed ora partiamo con un corso a Saint Vincent e uno dedicato ai più giovani”. Corsi che, per ora, sono dedicati soprattutto ai principianti, che i due ultrarunners tengono affrontando diversi temi: le tecniche di salita e discesa, le diverse metodologie di allenamento, lo sviluppo della propriocezione o il rinforzo muscolare.

Il prossimo stimolante passo sarà quello di ricalcare i sentieri del Tor des Géants, al quale Lisa spera di poter partecipare: “Per me il Tor è sempre qualcosa di speciale, e già l’anno scorso non ho potuto correrlo anche se ho seguito la corsa femminile per raccontarla sui social”. Senza Tor non sa stare, e quindi l’idea è quella di allenare ad agosto gli atleti lungo il percorso del TOR30 – Passage au Malatrà, che è poi il tratto comune anche a Tor e Tot Dret. “Vogliamo poi anche chiedere agli interessati di proporre loro delle date, degli orari e dei tratti sui quali vogliono essere allenati, secondo le proprie esigenze: su misura, appunto”.

E chissà che questo continuare a respirare aria di trail non aiuti Lisa Borzani ad accelerare il recupero e rientrare in tempo per essere di nuovo ai nastri di partenza del suo Tor.

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