Oggi il Nepal e domani, ovvero la prossima primavera, un altro Ottomila.
Per Hervé Barmasse è scattata ieri, con la partenza da Malpensa, l’operazione-Chamlang, la montagna nepalese di 7.319 metri sulla quale l’alpinista valdostano andrà insieme al tedesco David Göttler, suo compagno due anni fa nella salita della parete sud dello Shisha Pangma (8.013 metri) e al colombiano Andres Marin.
“Abbiamo in mente diversi obiettivi – spiega Barmasse –. Il principale è la traversata del Chamlang, iniziata ma non completata da Reinhold Messner nel 1983 e, l’anno dopo, da Doug Scott, capace insieme al figlio Michael, Jean Afanassieff e Ang Phurba di salire due delle tre cime principali”.
Un’ennesima sfida, quella lanciata da Barmasse, che naturalmente sarà vincolata dalla variabile-meteo che, spiega l’alpinista valdostano, “nel caso non ci fosse propizia per inseguire l’obiettivo del concatenamento, resteremo nella valle dell’Hongu, parallela a quella dell’Everest, poiché ci offrirebbe altre possibilità”.
Nessuna incertezza, invece, sullo stile da utilizzare: “Coerentemente con tutto il mio percorso – prosegue Barmasse –, punteremo ad andare lontano dalla confusione delle vie normali agli 8000, alla ricerca di un’esperienza nuova e incerta nel risultato. La vetta è solo un punto geografico e come la raggiungeremo rimane per ora la vera sfida”.
Un alpinismo, quello di Barmasse, sempre rispettoso dell’ambiente: “Tutto il materiale con cui saliremo lo riporteremo a valle – chiude il grande alpinista –. Si tratterà peraltro di un progetto dal timing relativamente breve: 30 giorni di cui tra 15 e 18 dedicati alla scalata. Lassù capiremo quanto siamo allenati in vista del progetto 2020: l’apertura di una via nuova su un Ottomila. Naturalmente in stile pulito”.