Area verde di Gressan, ciclabile, pista di atletica di Saint-Christophe, piscina di Saint-Vincent o di Aosta. Panorami che tra due settimane lasceranno il posto a Champs-Elysées, Senna, Tour Eiffel. Le Paralimpiadi di Charlotte Bonin e Anna Barbaro si avvicinano, con gli allenamenti che proseguono in vista della partenza per Parigi tra una settimana e la gara del Paratriathlon olimpico in programma per il 2 settembre. “Gli allenamenti che stiamo facendo sono stati abbastanza intensivi durante il primo periodo, mentre adesso siamo in un periodo più di scarico”, spiega Barbaro, che ha raggiunto Bonin in Valle d’Aosta un mese fa per allenarsi: ripetute, allunghi, nuoto, bici, tutto per affrontare al meglio i 750m di nuoto, 20 km in bicicletta e 5 km di corsa.
Le due atlete in Francia potranno contare su un super tifo, tra famiglia, amici, bandiere e campanacci: Anna con marito e figlia direttamente da Reggio Calabria, Charlotte con la piccola Alizée, il marito Matteo, i genitori ed il fratello Mattia, e l’amico Roberto Fortis, che partiranno con due macchine.
A Parigi non andranno, invece, tensione e ansia da prestazione: “Saranno emozioni diverse rispetto a Tokyo, non andiamo con l’obiettivo di fare risultato ma daremo sicuramente il massimo, come abbiamo sempre fatto”, confessa la valdostana. “Ci sarà sicuramente l’emozione di avere a bordo strada due piccole tifose e le nostre famiglie, che hanno fatto tanti sacrifici”.
“Viste le varie vicissitudini, credevo saremmo state meno legate. Invece lo siamo ancora di più, anche con la nascita delle nostre bambine”, le fa eco l’atleta calabrese. Dopo l’argento di Tokyo, infatti, l’idea di Charlotte Bonin e di Anna Barbaro era quella di smettere e dedicarsi alla famiglia, una situazione che è arrivata quasi in simbiosi, visto che Anna si è sposata ed è poi diventata mamma 5 mesi prima di Charlotte. “Poi la passione ha avuto il sopravvento”, spiegano. “Ci siamo sentite e abbiamo deciso di continuare, anche per poter dimostrare alle nostre famiglie che tutti uniti potevamo farcela”.
Anna è non vedente, Charlotte è la sua guida. Tra di loro il feeling è nato subito, ma in uno sport come questo serve soprattutto una cosa: “Ho dovuto conquistare la sua fiducia, come è giusto che sia, facendole vedere che comunque sono una persona seria, che mi sono impegnata in quello che facevo e è stata anche brava lei a darmi l’opportunità di esprimermi, spiegarmi cosa dovevo fare e cosa poteva servirle o meno”, dice Bonin.
Una dinamica che richiede un’intesa incredibile, e te ne accorgi subito dal rapporto che c’è tra di loro, da come si carichino a vicenda, da come la loro falcata sia sincronizzata al millesimo di secondo, con le gambe che si muovono all’unisono: “In questo mese abbiamo affinato la fiducia”, dice Anna Barbaro. “Io mi affido al suo passo, mi affido alla sua cadenza, mi affido alla sua bracciata. Ogni sua bracciata deve essere seguita dalla mia e io devo dire ‘sì, la devo fare perché lei sa quello che sta facendo’. Dalla fiducia posso trarre forza, sembra scontato ma non lo è: più mi affido a lei e più riesco a superare determinati limiti che la mia testa, più che il mio corpo, a volte mi fa venire”.
Per Charlotte Bonin quarta avventura a cinque cerchi: andrà alle Paralimpiadi di Parigi con Anna Barbaro
19 luglio 2024
Quattro avventure a cinque cerchi, equamente divise tra Olimpiadi e Paralimpiadi. Il rapporto di Charlotte Bonin con il più alto livello dello sport non si ferma, nonostante un ultimo periodo a dir poco travagliato: l’atleta di Gressan parteciperà come guida di Anna Barbaro nel paratriathlon alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Dopo l’argento a Tokyo 2021, dopo Pechino nel 2008 e Rio nel 2016, ora per Charlotte Bonin il viaggio sarà molto più breve, e potrà contare sulla presenza della famiglia, che il 2 settembre sarà in Francia ad incitarla.
Eppure, le cose dopo l’ultima gara di Montréal sembravano compromesse. Con un quarto posto insperato, la brasiliana Leticia Freitas aveva scavalcato nel ranking proprio Anna Barbaro, il cui decimo posto la poneva come prima delle escluse. La federazione World Triathlon aveva però a disposizione una wild card, che ha deciso di dare proprio alle due azzurre in virtù del loro curriculum e, chissà, anche per il fatto di essere entrambe neomamme.
“Certo, noi saremmo dovute arrivare davanti in classifica per non avere problemi, andare alle Paralimpiadi così non è la stessa cosa che guadagnarsela sul campo, ma conosco il nostro valore e sono contenta che ce l’abbiamo fatta”, dice Charlotte Bonin che, dopo un po’ di tensione e delusione, ammette ora di essere più rilassata.
Sarà un’Olimpiade molto diversa dalle altre, quella di Parigi, la prima con la piccola Alizée di 16 mesi ad aspettarla: “Sapere che lei sarà lì sarà una grande emozione, dopotutto anche lei ha dovuto fare molti sacrifici, per diversi periodi ha dovuto fare a meno di me”, continua Bonin. “Ringrazio soprattutto la mia famiglia, i sacrifici che abbiamo fatto sono stati ripagati”.
A Parigi sarà diverso anche perché, per sua stessa ammissione, Charlotte e Anna non avranno la pressione del risultato: “Chance di medaglia non ce ne sono, ma noi daremo comunque il massimo, sia per dimostrare che ci siamo meritate la wild card, sia perché una volta in gara non ci tiriamo indietro e faremo del nostro meglio”.
Per affinare ancora di più la loro intesa e rifinire gli allenamenti, Anna Barbaro darà in Valle d’Aosta dal 21 luglio al 27 agosto, il giorno della partenza per Parigi.