Svanisce il sogno di una medaglia: De Fabiani-Pellegrino sesti in team sprint

L’alpino di Gressoney è “scoppiato” nella sua ultima frazione, dando il cambio al poliziotto di Nus in ottava posizione. Oro alla Norvegia, poi Finlandia e Russia.
Federico Pellegrino Francesco De Fabiani foto Pentaphoto
Sport

La coppia italiana composta da Francesco De Fabiani e Federico Pellegrino ha chiuso al sesto posto la team sprint in tecnica classica delle Olimpiadi di Pechino. C’era grande attesa per i due valdostani, che potevano giocarsi una medaglia, ma purtroppo è andato in scena un copione già visto (ad esempio nella staffetta olimpica), con l’alpino di Gressoney che è “scoppiato” nella sua ultima frazione non riuscendo a tenere il passo dei primi, e non ha potuto dare il cambio al poliziotto di Nus in una posizione tale da potergli permettere di giocarsela con i primi.

Il gruppo è rimasto compatto nei primi quattro giri, poi il russo Bolshunov ha fatto selezione, portando con sé solo il norvegese Valnes ed il finlandese Niksanen, con De Fabiani al cambio in ottava posizione a 15” dal gruppo di testa. Pellegrino non è riuscito nel miracolo di ricucire uno strappo così ampio ed ha recuperato un paio di posizioni, chiudendo a 25” dalla vetta addirittura dietro ad un sorprendente Canada.

L’oro, come da pronostico, è andato alla Norvegia, con Klaebo a tagliare agevolmente il traguardo in 19’22”99, ma a sorpresa Maki (+2”46) ha avuto la meglio su Terentev (+4”29) per un argento che alla vigilia non sembrava alla portata dei finnici.

Queste le parole di Federico Pellegrino alla FISI al termine della gara: “Si è fatto il massimo e più di quello non c’era nelle gambe. Un sesto posto che non è una medaglia, ma non è nemmeno un decimo posto. Siamo lì, non troppo lontani, dovremo metterci a freddo ad analizzare come è stata la gara, le sensazioni, la gestione dell’ultimo periodo e capire dove ci può essere del margine di miglioramento. Anche oggi i materiali sono stati un punto fermo vincente, perché entrambi avevamo dei gran sci, quindi escludiamo quel fattore e ragioneremo sul resto. L’Olimpiade si conclude in maniera soddisfacente, praticamente la stessa di quattro anni fa con un argento nella sprint, un ottavo posto nella staffetta ed un sesto nella team sprint, anche se a PyeongChang fummo quinti ma era in tecnica libera. Tutto sommato in linea con le aspettative. Non nascondo che oggi vista la nostra condizione c’era l’idea di poter sognare qualcosa di più grande però questo è lo sport e non si gareggia da soli. Onore a chi c’è stato davanti: le tre medaglie, la Svezia quarta ed il Canada quinto, con due ragazzi molto giovani che han fatto bene”.

Anche De Fabiani ha commentato la sua prova: “È stata una gara a molto dura, come del resto tutte qua a Zhangjiakou. Abbiamo cercato di fare il massimo. Ovviamente c’è un po’ di delusione perché la possibilità di medaglia c’era e avevamo tutte le carte in regola per arrivare anche più avanti: però quello che avevamo nelle gambe lo abbiamo dato anche se non è bastato. Siamo comunque contenti del risultato anche se dispiace perché avremmo potuto fare meglio. In generale è stata un’Olimpiade abbastanza buona con il miglior piazzamento di sempre nello skiathlon, sono anche arrivato vicino a giocarmi la medaglia per poco. Dalla 15km mi aspettavo di più però lo skiathlon è stato molto duro, arrivando al limite e credo che abbia condizionato tuto il resto. Mi è rimasta nelle gambe quella stanchezza e anche oggi non m sentivo bene come prima, ma fa parte del gioco. Lo sci di fondo è uno sport duro, soprattutto qui in quota con la neve lenta e il freddo, le fatiche si sommano e alla fine vince anche chi riesce a recuperare di più risultando sempre competitivo”.

In qualifica Pellegrino e De Fabiani avevano vinto la propria batteria, facendo registrare il miglior tempo di tutti in 20’06”99.

Qui la classifica finale.

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