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Cervino The One, l’impianto all’avanguardia da 200 milioni di euro

È il punto di partenza verso il futuro. L’impianto 3S consentirà di raggiungere il Plateau Rosa da Breuil Cervinia in soli 17 minuti, con una portata oraria di 3 mila passeggeri all’ora.
Turismo

Si chiama “Cervino The One” ed è il punto di partenza verso il futuro. L’impianto 3S consentirà di raggiungere il Plateau Rosa da Breuil Cervinia in soli 17 minuti (ora ce ne vogliono 50, ndr). L’opera futurista è stata presentata al pubblico ieri sera, venerdì 22 agosto, presso le biglietterie centrali della Cervino Spa.

I lavori di costruzione potrebbero iniziare nella primavera del 2026 per concludersi nel 2030. L’impianto 3S combinerà le caratteristiche proprie di funivia e telecabina. Campate lunghe e grandi dislivelli su cabine rotanti in grado di accogliere fino a 30 passeggeri. La lunghezza totale della linea sarà di 5.970 metri, per un dislivello complessivo di 1.427 metri. Il progetto, illustrato nel dettaglio dal dirigente tecnico della Cervino Spa Mauro Joyeusaz, prevede la costruzione di due impianti: un primo tronco che parte da Cervinia e sale fino a Plan Maison e un secondo tronco che da Plan Maison arriva a Plateau Rosa. “Le funzioni di sostegno e di trazione sono affidate a funi diverse. Due funi portanti che sostengono i veicoli e una fune traente che li tira” spiega l’ingegnere Joyeusaz.

Mauro Joyeusaz, Dirigente tecnico Cervino Spa - Presentazione Cervino The One. Foto Alice Dufour
Mauro Joyeusaz, Dirigente tecnico Cervino Spa – Presentazione Cervino The One. Foto Alice Dufour

L’impianto che rivoluziona l’offerta turistica di Cervinia: 3 mila passeggeri all’ora

Una portata oraria di 3 mila passeggeri all’ora, una stabilità al vento fino a 100 km/h e una velocità elevata in linea di 8 metri al secondo (circa 29 km/h). Sono le prestazioni garantite da “The One”, acronimo di “our next generation”. Le sue cabine 3s, modello Symphony, saranno 56. 20 nel primo tronco, 36 nel secondo. Saranno vetrate a 360 gradi, da soffitto a pavimento, con sedili in similpelle riscaldati, che garantiranno 24 posti a sedere. Tra i comfort e i servizi in cabina non mancheranno portasci interno, pavimentazione in gomma antiscivolo e antirumore, due schermi multimediali, illuminazione interna e un sistema di comunicazione con la sala di comando.

I costi di realizzazione: 200 milioni di euro, di cui 70 stanziati dalla Regione

“Per il nuovo impianto – illustra Federico Maquignaz, presidente della Cervino Spa – l’investimento complessivo sarà di circa 200 milioni. La Regione autonoma Valle d’Aosta ha già stanziato 70 milioni in aumento di capitale. Il resto dell’investimento sarà coperto in autofinanziamento da Cervino Spa, anche grazie agli ottimi risultati di questi ultimi anni e a un mutuo tramite istituto di credito”.

Sindaca di Valtournenche Elisa Cicco e Presidente Cervino Spa Federico Maquignaz - Presentazione Cervino The One. Foto Alice Dufour
SSindaca di Valtournenche Elisa Cicco e Presidente Cervino Spa Federico Maquignaz – Presentazione Cervino The One. Foto Alice Dufour

“Un progetto nato come un sogno, che piano piano si sta realizzando” dichiara Maquignaz. “I motivi che ci hanno spinto a realizzare quest’opera sono molteplici. Il primo in assoluto è che la telecabina, che collega il Breuil a Plan Maison, costruita nel 1986, è ormai vetusta. Abbiamo necessità di trasportare più persone nei momenti di punta e, in prospettiva futura, di sostenere il flusso crescente dovuto anche alla costruzione di nuove strutture alberghiere”. E conclude “le stazioni del Breuil e di Plan Maison avevano bisogno di essere ripensate e adeguate a standard di comfort e accoglienza in linea con le esigenze della clientela contemporanea. Con il nuovo progetto, andremo a demolire le vecchie stazioni intermedie della funivia rossa e verde e a eliminare i vecchi sostegni esistenti”.

Sostenibilità e sicurezza dell’impianto.

Un occhio di riguardo anche alla sostenibilità dell’impianto, grazie ai motori DirectDrive. Girano lentamente (33 giri al minuto) permettendo un risparmio energetico importante. Le emissioni saranno ridotte anche a livello di rumore. “Siamo sotto gli 85 decibel” precisa Joyeusaz.

“Per quanto riguarda la sicurezza del trasporto, vi sono quattro tipo di motorizzazione: azionamento principale, di riserva, di recupero e di soccorso. In caso di assenza di energia elettrica, c’è il gruppo elettrogeno. È dunque molto remota l’ipotesi che l’impianto si possa fermare” spiega l’ingegnere. Vi sono poi tre tipi di freni (elettrico, di servizio e di emergenza), tra loro indipendenti.

Tre stazioni moderne, al Breuil, Plan Maison e Plateau Rosa, con servizi e collegamenti.

Saranno riqualificate le stazioni a valle e quella intermedia. La prima, a 2.031 metri, si trasformerà in un hub moderno e accogliente con servizi di biglietteria, info point, noleggio sci, spazi commerciali, bar e ristorazione. Mentre quella intermedia, centro tecnico e nodo di collegamento a quota 2.550 metri, consentirà il collegamento diretto con altri impianti (Funivia Breuil – Plan Maison, Telecabina Plan Maison – Cime Bianche Laghi). Qui, oltre ai servizi (area di ristorazione, spazi commerciali, garderie), ci saranno un magazzino automatico interrato per rimessaggio, cabine e officine.

Ad alta quota, 3.458 m, ci sarà poi la stazione del Plateau Rosa. Per realizzarla sarà necessario scavare nella roccia. Il nuovo impianto confinerà con quello svizzero, realizzato nel 2023 (Testa Grigia / Klein-Matterhorn), in modo da permetterne il collegamento diretto.

I materiali utilizzati saranno pietra, cemento armato e acciaio per sostenere le forze e le sollecitazioni, vetro per garantire luminosità e legno per i rivestimenti interni. Le coperture saranno in lamiera di zinco titanio, con pannelli fotovoltaici per la produzione di energia.

I costruttori: la Leitner e un pool di ditte locali.

Da un’idea, o forse un sogno, della Cervino Spa fino al progetto della cabinovia trifune. Il gruppo di progettazione multidisciplinare è composto da Leitner, Policreo, Alpteam Srl, Ardolino e Pastoret Engineering & Consulting. I costruttori saranno Leitner con un pool di ditte locali per la parte civile (Cogeis, Ivies, B.G.F. Srl).

Il progetto è in fase di completamento. Sono in corso le autorizzazioni sui territori italiano e svizzero. Speriamo di poter partire (con i lavori, ndr) nel 2026” precisa l’ingegnere Joyeusaz.

“Sarà un mezzo per vivere un’esperienza”.

All’incontro di ieri sera erano presenti anche alcune autorità regionali, tra cui il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, che ha commentato: “l’investimento porta quattro volte i soldi che abbiamo messo, ma ognuno di noi deve fare il suo. Un passo importante verso un percorso ambizioso”.

“Questo nuovo impianto non sarà soltanto un mezzo per poter andare a sciare, ma sarà un mezzo per vivere un’esperienza” ha dichiarato la Sindaca di Valtournenche.

15 risposte

  1. Non sono un esperto del settore e non mi pronuncerò sulla pertinenza della realizzazione dell’opera. La mia riflessione voleva essere questa: 3000 persone l’ora tutte al plateau rosa, quando sono lassù che fanno?
    Danno un’occhiata e tornano subito indietro o continuano ad accalcarsi tutti là?
    Esistono già strutture recettive in grado di assorbire tutto questo volume?
    E poi, siamo sicuri di volere davvero tutta questa massa di persone che muove minacciosa e pericolosamente inquinante verso la montagna?

  2. Parere personale …..denaro pubblico buttato ai 4 venti . Se fossero privati ancora lo potrei capire,ognuno dei propri soldi fa ciò che vuole…….ma dato che la maggior parte saranno pubblici ….a voi la conclusione .

  3. Da tecnico dico:
    Mi piace molto, ho sempre apprezzato il matrimonio fruttuoso tra la tecnica e la fantasia.
    Da nonno aggiungo:
    Spero di poter presto godere del piacere di andare con la mia nipotina in posti bellissimi che per ragioni fisiche e anagrafiche altrimenti non vedrei mai.
    Da uomo di qui cresciuto tra Aosta e Buisson mi chiedo:
    Chissà perché i più feroci oppositori di questi progetti non sono mai quelli del posto ma gente che vive altrove e che desidera godersi il suo posticino selvaggio quando ne ha voglia , fregandosene dell’economia locale e delle opportunità che queste realizzazioni offrono a chi vive qui tutta la sua vita?

  4. Ho avuto modo di leggere tutti i commenti e non possono far altro che cadermi le braccia.

    Avendo lavorato la scorsa stagione invernale sulle piste, per la Cervino Spa, non posso che essere molto felice e fiero del progetto. Okay, è vero, vi sono delle problematiche sul comprensorio, come evidenziato da alcuni commenti (come per esempio la larghezza delle piste da sci), ma penso che nel tempo si potranno ovviare. Trovo veramente penoso l’atteggiamento disfattista di certe persone che sparano a zero dinnanzi a tutto. Fatto sta che, sono poi gli stessi che quando vanno a sciare a Zermatt, lodano la terra elvetica sparando a zero sulla Valle d’Aosta, definendola vetusta ed arretrata. Comprendo bene che la montagna negli ultimi tempi abbia iniziato ad essere affetta dall’ “overtourism”, ma comunque bisognerebbe cercare di prendere e vedere i lati positivi, non sempre piangersi addosso.

    Se non avessero mai pensato di realizzare tale opera, ci sarebbe certamente stato qualcuno che si sarebbe lamentato comunque, quindi, poco cambia.

    Amen.

  5. E se l’inverno preoccupa figuriamoci l’estate… le infrastrutture per realizzare certe opere sono forse più impattanti e dustruttive delle opere stesse… voglimo parlare della rete di strade bianche che porta da Frachey al Bettaforca?…il versante è completamente devastato ed è quello che succederà quando (a breve) partiranno con i lavori per l’interconnessione Champoluc – Cervinia attraverso il vallone delle Cime Bianche… non credo serva a molto accompagnare certe persone sul posto, non sarebbero mai in grado di capire la bellezza di certi scorci naturali…o peggio ci vedrebbero bene un resort per pochi eletti raggiungibile comodamente in auto…. la montagna si vive camminando e facendo fatica che, come lo sport, tempra anima e corpo!

  6. Concordo pienamente con i commenti negativi, continuate a violentare le montagne che definite sacre ma di cui non ve ne frega niente, il vostro fine è solo accumulare soldi, l’ unica frequentazione delke montagne dovrebbe essere solo a piedi,ciaspole, scialpinismo, ma la fatica è una cosa che inorridisce questo popolo di turisti cafoni e imprenditori saccheggiatori delle montagne,una società orripilante

  7. Anziché aumentare la portata in salita si deve trovare il modo di definire il flusso in discesa in modo da poter sciare e non solamente scendere?
    Nei “festivi” impensabile interpretare gli “gli archi L6/L7”.

  8. Certo tecnicamente una meraviglia.
    Peccato che si aumenti la “portata in salita” ma le piste rimangano quelle di 50/30aa -addietro.
    La questione è come permettere di sciare e non di scendere.
    Pista affollata vuol dire non poter chiudere le curve, quindi aumento involontario della velocità.
    Impossibile interpretare L6-L7.
    Diventa solo un perdere quota tramite scostamenti inguardabili tecnicamente, ancorché pericolosi, dalla linea di massima pendenza.

  9. Concordo con il commento di Maria Portare 3000 persone all’ora al Plateau e’ come avallare l ‘invasione dell’ultima generazione di imbecilli sulle Alpi Un vecchio alpinista disgustato

  10. Spettacolare, finalmente!

    La stazione a plan maison era decisamente da aggiornare. Non dover prendere obbligatoriamente l’ovovia è la funivia per andare al plateau permetterà di fare più agevolmente la ventina e di collegarsi più facilmente a Zermatt.
    Speriamo riescano a rispettare le tempistiche che si sono dati.

  11. Bravi, continuate a forare rocce e montagne, a distruggere paesaggi meravigliosi per incassare soldi e permettere a 3000 persone all’ora di danneggiare territori incontaminati o quasi! Non vi bastano i cafoni che quest’estate hanno infestato la montagna? Non vi basta che ad ogni pioggia le frane invadano strade e paesi, che anche gli alpinisti più avveduti frequentemente siano colti da distacchi di pezzi di ghiacciai o da massi che crollano sulla loro testa, non sono sufficienti i cento morti in montagna negli ultimi tre mesi, non vi preoccupa il ritiro dei ghiacciai? Quando opere del genere saranno terminate, chi vorrà salire sui mostri da voi creati per ammirare un panorama di cime brulle e sempre più pericolose?
    Il CAI cosa ne pensa? Vergognatevi !!!!

  12. Prima di questi progetti futuristici sarebbe bene che venissero rimossi dalla conca di cime bianche i resti dei vecchi impianti. Un vero schiaffo al paesaggio. C’è da stupirsi che esistano norme in tal senso…o forse esistono ma….

  13. Quando usano la frase: “vivere un esperienza” il bidone è assicurato.
    Non sapendo come giustificare la montagna di soldi altrui spesi e i prevedibili aumenti dei prezzi …. ti fanno “vivere un esperienza”: giustappunto l’essere bidonati e pagare di più.

  14. Qualcuno ha deciso che con i soldi pubblici bisogna realizzare i sogni di una società?! Che poi, non è privata, i suoi utili sono soldi pubblici. Idem per la Finanziaria della Regione.
    E dovremmo auspicare di avere passaggi da 3000 persone all’ora sempre per soddisfare i sogni (o l’avidità?) di quattro gatti?
    Spero che alle prossime elezioni vincano persone più assennate, che non cerchino di far concorrenza agli esaltati del Ponte di Messina, persone consapevoli delle conseguenze del cambiamento climatico e rispettose del fragile equilibrio dell’ecosistema e dell’essere umano.
    Sennò si continuerà a lavorare per ricchi turisti e fruitori del servizio, ma non per i Valdostani.

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