Manca poco all’evento di lancio del progetto IN3VIE – Viaggiare inclusivo e vivere emozioni tra Vallese, Valle d’Aosta e Piemonte, in programma il 1° e 2 aprile alla sala “Maria Ida Viglino” del Palazzo regionale.
L’iniziativa, finanziata dal Programma Interreg VI-A Italia-Svizzera 2021-2027, ha l’obiettivo di promuovere – si legge in una nota della Regione – “una nuova visione del turismo, centrata sull’inclusione, l’accessibilità e la cooperazione tra territori”.
Il proposto di IN3VIE è quello di costruire una rete turistica transfrontaliera accogliente per tutte e tutti, comprese le persone con disabilità fisiche, sensoriali e intellettive. La sua forza – spiega il comunicato – “risiede nella capacità di unire realtà differenti ma complementari, valorizzando esperienze pregresse e professionalità già attive nei tre territori coinvolti. La creazione di nuovi prodotti turistici accessibili, la formazione degli operatori e il coinvolgimento diretto delle comunità sono gli strumenti attraverso cui il progetto intende favorire una crescita condivisa, sia in termini culturali che economici”.
Durante le due giornate sarà possibile approfondire le attività del progetto, confrontarsi con esperti del settore, partecipare a momenti di formazione dedicati e scoprire le esperienze sviluppate in Valle d’Aosta, Vallese e Piemonte. Il programma prevede anche una visita guidata accessibile alla città di Aosta, realizzata con il supporto dell’interpretariato in Lingua dei Segni (prenotazione obbligatoria fino all’esaurimento dei posti, scrivere info@arcoevents.it).
“Il progetto IN3VIE rappresenta un’occasione concreta per ripensare il turismo come spazio di diritti, partecipazione e innovazione sociale, favorendo l’incontro tra istituzioni, professionisti, associazioni e cittadini – chiude la nota –. La Regione autonoma Valle d’Aosta, insieme ai partner italiani e svizzeri, intende così ribadire il valore della cooperazione come leva di cambiamento e inclusione per l’intero arco alpino”.
Qui il programma completo dell’evento.
Una risposta
L’ inclusività dovrebbe partire dall’ avere marciapiedi accessibili, veramente accessibili, dove non ci sono salite troppo ripide, dove non si rischia che le stesse siano solo da un lato, asfalto privo di buche dove non si rischia di rimanere bloccati, magari, non dico al centro ma altrove, senza quelle mattonelle come in Corso XXVI Febbraio, chi progetta e dovrebbe verificare dovrebbe provare a fare un giro in sedia a rotelle, così forse capirebbero le vibrazioni che causa quel selciato, sorvoliamo poi su quanti pochi locali non abbiano uno scalino, questo poi solo per la viabilità, perché se poi pensiamo ai trasporti dove già da sani si hanno difficoltà.
L’ inclusione è lontana dalla realtà di chi vive qui, difficile che si consigli di venire a visitare la nostra città, come si può farlo?