Senza i numeri delle presenze degli locazioni turistiche la Valle d’Aosta ha perso 7 milioni del fondo montagna. A dirlo è stato oggi l’Assessore regionale al Turismo Jean-Pierre Guichardaz presentando davanti all’Assemblea dei sindaci le due riforme, approvate dal Governo regionale dopo esser rimaste a lungo nel cassetto e che ora la nuova crisi politica rischia nuovamente di stoppare.
“Da oggi è tutto fermo, l’attività della commissioni e di legislazione è interrotta fino alla risoluzione della crisi. Anche questo percorso verrà bloccato e quindi troverà la sua esplicitazione successivamente a crisi, si spera, risolta.”
Il testo sulle locazioni turistiche brevi era pronto dal 2017. “Non è un testo ideologico” spiega Guichardaz “e non si vuole punire una categoria. Vogliamo allinearci a quanto fatto da tutte le altre regioni italiane.” La Valle d’Aosta arriva infatti con il Molise a legiferare per ultima sulla materia. “Il fenomeno delle locazioni turistiche, esploso durante il Covid, è concorrenziale rispetto al sistema della ricettività tradizionale”.
Sono quasi 4000 gli appartamenti registrati in Valle d’Aosta sulla piattaforma Airbnb.
“Siamo in presenza di un fenomeno che rispetto alla ricettività tradizionale gioca un 1/3 delle presenze se non la metà”.
Nel 2019, nell’ultimo anno pre Covid, in Valle d’Aosta si registrarono 3,5 milioni di presenze.
“Con quelle degli alloggi turistici le presenze reali si aggirano intorno ai 5 – 5,2 milioni”.
Per la ripartizione delle risorse del Fondo montagna la Valle d’Aosta fu così costretta a presentare un numero di presenze inferiori a quelle reali. “Se avessimo avuto quel dato potevamo avere più soldi sul fondo montagna, almeno 7 milioni di euro in più. – spiega Guichardaz – Anche dal punto di vista dell’appeal del nostro territorio se riportiamo il numero di abitanti rispetto al numero di ospiti e alla capienza siamo degli sfigati rispetto ad altre realtà. Per questo occorre avere oggi una regolamentazione, per avere una cognizione corretta.”.
Nel dare parere positivo ad entrambi i progetti di legge, dai sindaci è arrivato l’auspicio che il prossimo governo possa approvare al più presto le riforme.
“E’ un fenomeno che esiste ed è giusto che venga regolamento” ha sottolineato il sindaco di Nus Camillo Rosset. La prossima tappa annunciata dall’Assessore Guichardaz riguarda la revisione della classificazione degli alberghi. “Diventa un altro modo per raccontarsi fuori di qua, siamo una regione che ha a cuore la qualità dell’offerta turistica”.
Dai sindaci è arrivata anche la richiesta a dar corso alla regolamentazione degli ostelli. “C’è una lacuna normativa”.
Cosa prevedono i due disegni di legge su locazioni turistiche e imposta di soggiorno
Il disegno di legge sulle locazioni turistiche brevi definisce gli adempimenti amministrativi per l’attività di locazione per finalità turistiche.
Il locatore, prima dell’avvio dell’attività, deve presentare una sola volta al Comune una dichiarazione sostitutiva attestante i dati relativi all’alloggio a uso turistico locato. Alla
dichiarazione va allegata una planimetria catastale in cui sono indicate le camere o i vani destinati ad attività turistica. Il Comune, all’atto del ricevimento della dichiarazione, dovrà rilasciare, per ogni alloggio a uso turistico, il CIR che il locatore dell’alloggio a uso turistico e, gli intermediari che lo pubblicizzano sono tenuti a rendere sempre chiaramente leggibile su ogni strumento di promo-commercializzato. Il Cir dovrà essere comunicato anche all’amministratore, se l’alloggio si trova in un condominio. Arriva anche l’obbligo per
tutte le strutture ricettive, di denunciare alla Questura le generalità dell’ospite e del loro arrivo e presenza. Obbligo di comunicazione anche all’Office régional du tourisme – Ufficio regionale del turismo, per finalità statistiche, dei soli dati di arrivo e presenza. Vengono poi individuati i servizi erogabili negli alloggi a uso turistico e parificati gli alloggi a uso turistico alle strutture turistico-ricettive per il solo fine dell’applicazione dell’imposta di soggiorno. L’attività di vigilanza e controllo sarà riservata ai Comuni, con la possibilità di accesso di incaricati presso gli alloggi a uso turistico, nonché la consultazione dei canali o strumenti utilizzati per la loro pubblicità o promo-commercializzazione o identificazione.
Novità anche sul fronte dell’imposta di soggiorno. A dieci anni dalla sperimentazione, il Governo regionale ha deciso di uniformarne l’applicazione in tutti i Comuni della Regione Valle d’Aosta, considerata come prodotto turistico “unico” e di riparametrare le tariffe applicate in Valle d’Aosta a quelle delle principali mete turistiche delle Alpi. Inoltre per le aziende alberghiere e i complessi ricettivi all’aperto, l’imposta di soggiorno verrà calcolata sulla base del numero di stelle attribuite e non più sui prezzi praticati.
L’imposta sarà applicata dal Comune territorialmente competente secondo un principio di gradualità e, comunque, per un importo non inferiore a cinquanta centesimi e non superiore a cinque euro per notte di soggiorno.