Sci di fondo, i gestori delle piste: calo di presenze sino al 30%
Ai bilanci sulla stagione invernale al termine, non poteva mancare quello dell’Associazione valdostana enti gestori piste sci di fondo (Avef), riunitasi negli scorsi giorni per una prima analisi. Il giudizio è di numeri che – si legge in una nota – “non regalano particolari soddisfazioni ai gestori delle principali località della Valle”, giacché “in linea generale si parla di un calo di presenze che raggiunge anche il 30%”.
I motivi vengono ricondotti essenzialmente “alle scarsissime precipitazioni nevose e ai costi sempre più alti, in primis dell’energia, per il funzionamento degli impianti di innevamento programmato, quest’anno indispensabili più che mai per tenere aperte le piste”. Tanto che alcune piccole stazioni, che ne sono sprovviste – fanno sapere dall’Avef – non hanno neppure iniziato la stagione.
Si contano invece realtà in controtendenza, una su tutte la Val Ferret, che chiude quasi sui numeri delle annate migliori. “Nessun record di presenze, – specifica l’associazione – ma una buona affluenza per tutto il periodo invernale, grazie anche alla limitata chiusura della strada di accesso e a un buon innevamento”.
La stagione appena conclusa è stata anche la prima con il sistema di biglietteria online adottato da alcune società di gestione. Sull’iniziativa, il bilancio non è univoco: “diversi sciatori hanno sposato da subito il nuovo progetto digitale, altri invece hanno ancora preferito le casse nelle località, utili anche come punto di informazione sui servizi accessori e l’apertura delle piste”.
“E’ stata una stagione non così semplice per il nostro settore, – commenta Fabrizio Lombard, presidente dell’Avef – la carenza di neve ci ha penalizzati parecchio, inoltre l’aumento generale dei costi non ci ha certo agevolati. Alcuni gestori e scuole di sci hanno lavorato bene, altri non hanno neppure aperto, in linea generale l’inverno non è andato nel migliore dei modi. I risultati dello scorso anno, pur con tutte le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, erano stati migliori”.