Come chiuderemo quest’anno scolastico?
Che domande complicate mi faccio, vero? Questo è stato un anno iniziato già male, continuato peggio, ed ora che si appresta a finire siamo ancora dentro una certa incertezza. Si naviga, come sempre, a vista, anche se pare che ora sul garantire un minimo di percentuale di presenza non torneranno più indietro. Beh, dai, non è male, a maggio finalmente lo hanno capito che la scuola si poteva (e si doveva) tenere più aperta in presenza, e che tutta questa Dad non ha certo generato benessere: né nei nostri ragazzi, né nei docenti.
La Dad è stancante, per tutti, più infruttuosa, più demotivante. Ma ora che stiamo per abbandonarla, siamo certi che i nostri ragazzi siano pronti? Quelli che ho incontrato ultimamente non sono affatto così “wow” all’idea di questa rentrée dell’ultimo mese: un po’ sono timorosi del “maggio carneficina di verifiche”, un po’ hanno perso il ritmo, sono più disorganizzati, appannati, e purtroppo oramai molto “affezionati” alla tecnologia.
Non pensiamo che sia facile, ora, per i ragazzi fare questo passaggio dalla online all’off-line. Non è che hanno un bottone spento-acceso, eh! Sono stanchi i ragazzi, sono stanchi i professori, sono stanchi i genitori. E allora perché c’è questa folle corsa dietro al programma, ai voti, alle scadenze, alla burocrazia scolastica che sta risucchiando gli insegnanti?
La scuola mi pare davvero un carrozzone impazzito quest’anno!
Per sopravvivere a questa faticosa rentrée dell’ultimo mese ho provato a scrivere qui.
Tre consigli, dedicati ai ragazzi, ai professori e ai genitori. E buona resilienza a tutti noi!