Capitolo della miniserie “La scuola che verrà”. Sono sincera, speravo di avere le idee più chiare, anche per la nostra piccola regione. Pare che la riapertura effettiva a maggio nei fatti non ci sia, almeno solo forse delle ‘prove tecniche’. E vi dirò, se in tutta sicurezza si potessero davvero organizzare un paio di ore in presenza, a sottogruppi, ai bambini e ai ragazzi che quest’anno chiudono un ciclo, non sarebbe male.
Due ore per dirci come stiamo, per ridere insieme, per salutarci con gli sguardi e la voce, e per dirci che stiamo stati bravi tutti in questi mesi, alunni, insegnanti e genitori. Non lo so se sarà possibile. Mancano poche settimane alla chiusura di questo assurdo anno scolastico, e idee chiare sulla ripartenza di settembre ancora non ci sono. Figuriamoci per immaginarci un giorno di saluti e commiati.
Ma in ogni caso, volendo, questa cosa potremmo organizzarla nell’estate noi famiglie, in un parco all’aperto, sufficientemente distanti e mascherinizzati. Vi prego, con tutte le dovute norme di sicurezza (ma ricordiamoci che il rischio zero non lo avremo mai, quando si parla di convivenza con un virus), non facciamo vivere i nostri figli nell’ansia e nella paura anche quest’estate. Insegniamo loro che le regole sono amiche, e se le impareranno a rispettare, la socializzazione sarà possibile.
Sul tema distanza e vicinanza tra bambini e ragazzi, come faremo a far usare loro le mascherine, e come faremo a non far stare troppo vicini i bambini, e come farà a ripartire la prima infanzia (i famosi servizi 0-6) anche lì sto articolando una serie di pensieri e riflessioni. Mi ci vorrà un terzo articolo, temo!
Tanto ormai è diventata quasi una mini-serie, faccio concorrenza a Netflix! Intanto qui sul mio blog potete leggere la puntata 2, con alcuni scenari che io ipotizzo per settembre, che siano didatticamente e pedagogicamente sostenibili. Perché è ora che della scuola non parlino solo medici e comitati scientifici, senno rischiamo di dimenticarci che l’OMS dice che la salute è “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia”.