La politica come “impegno totale e disinteressato verso gli altri, soprattutto i più deboli”, ma anche come incarnazione della sua “ostinata poesia” e quale terreno su cui “discutere è importante”, ma evitando omissioni e silenzi, perché “sono i fendenti che aprono varchi alle derive”. Eccola, nelle parole di chi lo ha ricordato nella cerimonia funebre tenutasi nel pomeriggio di oggi, lunedì 2 ottobre, nella chiesa di Sant’Anselmo al quartiere Dora, la cifra umana e istituzionale di Fabio Protasoni, il consigliere comunale aostano, deceduto nel pomeriggio di venerdì scorso a 57 anni, per le complicanze di una malattia che lo aveva colpito circa un anno fa.
Parole, rispettivamente, della consigliera regionale Chiara Minelli, del vicepresidente delle Acli Stefano Tassinari e del Sindaco Gianni Nuti. Tre messaggi, al termine della funzione, per ricordare le diverse dimensioni dell’impegno, sociale e politico, di Fabio – marito della nostra collega Nathalie Grange, padre di Bianca e Paolo, fratello di Gabriella e figlio di Dario – che lui viveva come complementari alla costruzione di un mondo ispirato ai valori di equità e giustizia, che coltivava sin da giovane, sin dagli anni in cui – come ha sottolineato il primo cittadino del capoluogo – era stato esposto, come buona parte di quella generazione, al “vento di idee nuove, ma ispirate nel Dio dei nostri padri”.
Le Acli sono la dimensione in cui Protasoni si è formato, prima nel movimento giovanile, poi nell’associazione vera e propria, di cui ha anche avuto la responsabilità, importantissima, dell’organizzazione a livello nazionale, quindi ancora l’attività nel Patronato, di cui era dipendente. E se “da giovane metalmeccanico, aveva avuto coscienza della fatica”, Fabio aveva capito meglio e prima di altri che l’Agorà – la piazza centrale della polis greca, dove si svolgeva la vita politica della città – fosse “la convivialità nelle differenze”, altrettanto chiaro gli era che significasse anche “mercato, competizione, compromessi e delusione”.
Fabio, però, “non si è mai abbattuto”, perché “non solo non scendeva a compromessi bassi e scorciatoie”, ma “la sconfitta e l’essere minoranza” – ha sottolineato il vicepresidente Tassinari – “andavano sempre messe in conto”. Allo stesso modo, Chiara Minelli ha osservato che Protasoni “ha dato prova di credibilità”, qualità misurata anche dai messaggi di rispetto “per una persona che sapeva dialogare”, giunti pure da “movimenti politici tanto distanti” da Rete Civica, di cui è stato “instancabile tessitore” e in cui militava dopo un’esperienza nel Partito democratico.
Nel movimento, ora, “mancheranno la sua ironia, le sue talvolta lunghissime argomentazioni” e si vivrà “il compito difficilissimo di fare senza di lui, provando a immaginare cosa avrebbe detto e trovando le risposte alle domande”. Una missione a cui non si è sottratto nemmeno il sindaco Nuti, ricordando gli “agguati” che il capogruppo di Pcp gli tendeva bonariamente alle 8 del mattino, “dopo aver lasciato Bianca a scuola”, per fare il “punto della situazione”. Incontri grazie ai quali “siamo cresciuti entrambi” e, nei quali, “tu mi hai insegnato la necessità di essere vigili, severi”.
Con lo sguardo fisso sul feretro chiaro, sopra al quale era appoggiata una foto in cui Fabio portava il cappello che gli faceva compagnia quanto la pipa, Nuti ha ripercorso come il collega in Consiglio comunale, “dai reietti, gli ultimi, come chi porta cibo in bici versando una cauzione di 80 euro”, fino a “chi aizza le folle contro un nemico invisibile”, li aveva “guardati tutti con umana misericordia”. Soprattutto, “nell’approssimarsi alla morte”, aveva “riempito tutti noi di una speranza. Di affrontare la fine con stile”. Per poi aggiungere, rivolgendosi direttamente all’amico scomparso: “come te”.
La celebrazione, con la chiesa gremita, dopo che la camera ardente era stata aperta in mattinata in Municipio, e che Aosta aveva tributato un sentito omaggio a Fabio con un caloroso applauso alla premiazione dell’Edileco Run24, è stata officiata da Don Carmelo Pellicone. Il sacerdote ha scelto, per le letture, la seconda lettera ai Corinzi, dal Nuovo Testamento. In un passo della scrittura si ricorda che “noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili”, giacché “le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne”.
Da oggi, purtroppo, non si vedrà più Fabio camminare o pedalare per le vie di Aosta, a partire da quelle del quartiere in cui aveva scelto di stabilirsi con la sua famiglia, ma la sua voglia di spiegare, di ragionare – in una visione complessiva del mondo e delle sue questioni – resteranno in tutti coloro che lo hanno conosciuto e avvicinato, come è avvenuto a noi della redazione di Aostasera, che ricorderemo sempre la sua capacità di infondere “forza e coraggio” nel prossimo.