La Ford GT Carbon Series, l’auto da corsa per tutti i giorni

Le novità? In primo luogo un’accresciuta leggerezza, con la riduzione del peso complessivo di ben diciotto chilogrammi, recuperandoli con i cerchi in fibra di carbonio, lo scarico e i bulloni in titanio e la copertura motore in policarbonato leggero.
Ford Gt Carbon Series
Gioie e Motori

All’inizio degli anni sessanta del secolo scorso, la Ferrari dominava le corse di durata, su tutte la 24 Ore di Le Mans. Ford si decise a contrastare la Casa di Maranello e, nel 1964, lanciò la “GT 40”. Dopo un paio di anni di rodaggio, la nuova nata divenne un’arma letale, aggiudicandosi la maratona francese, che da sempre vale da sola un Mondiale, per ben quattro edizioni consecutive, dal 1966 al 1969, monopolizzando l’interno podio nel 1966 e causando sicuramente il malumore dell’Ingegner Ferrari.

A distanza di cinquant’anni, l’Ovale Blu ha lanciato la pronipote di quel leggendario modello, denominata “GT”, perché i diritti sul marchio “GT 40” erano nel frattempo passati di mano. La versione sportiva ha immediatamente conquistato Le Mans nella classe “GTE” e quella stradale ha già fatto sognare gli appassionati. Parliamo di versione stradale, anche se il termine, mai come in questo caso, è assai interpretabile. La Ford GT è, in realtà, un’auto da corsa anche nella versione, appunto, per tutti i giorni (diciamo così …). Recentemente, Ford ne ha attivato la “fase 2”, ossia la “Carbon Series”, a numero limitato.

Le novità? In primo luogo un’accresciuta leggerezza, con la riduzione del peso complessivo di ben diciotto chilogrammi, recuperandoli con i cerchi in fibra di carbonio, lo scarico e i bulloni in titanio e la copertura motore in policarbonato leggero.

L’aspetto è “cattivo” e viene esaltato dalle quattro colorazioni disponibili: blu, argento, arancione, rosso. Che la “GT” sia nel dna un’auto da corsa lo si capisce immediatamente già dalla linea, tutta spigoli ma armoniosa e seducente al contempo. Svetta al posteriore uno spoiler imponente, pronto a variare altezza, incidenza e profilo aerodinamico a seconda delle necessità del conducente, mentre sono di grande effetto gli scarichi appaiati centrali. L’altezza non raggiunge il metro (!), le portiere, come nella migliore tradizione per una sportiva, sono ad ala di gabbiano. Grazie al dispositivo “Track” le sospensioni si modulano abbassandosi di cinque centimetri, per un assetto rigido (necessariamente) ma fluido, grazie al lavoro delle sospensioni intelligenti. Il motore è una vera delizia. Un sei cilindri di 3.5 litri biturbo benzina per una potenza di 656 cavalli a 6250 giri: la coppia si attesta a 746 Nm a 5900 giri, l’accelerazione da 0 a 97 avviene in meno di tre secondi, la velocità massima è di 347 chilometri orari. C’è da trattenere il respiro solo a leggerli, i dati tecnici.

Un propulsore con queste caratteristiche deve essere accompagnato da una trasmissione di altissima efficacia: e così è, grazie al cambio “Getrag” a doppia frizione e a sette marce, immediato e preciso, come precisissimo è lo sterzo. C’è anche un po’ di Italia in un modello statunitense di eccellenza: i freni carboceramici della Brembo, azienda leader nel settore a livello mondiale. Serve altro? Direi di no. Il prezzo di questo sogno? Euro 550.000.

Enrico Formento Dojot

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