Mini Countryman JCW, il connubio riuscito tra una crossover e una sportiva

Il look della Mini Countryman JCW dà la sensazione di compattezza, ma integrato da spigoli, concavità ed elementi sportiveggianti. Basta guardare la calandra a scacchi, i due scappamenti a doppio terminale, il rosso che invade tettuccio, specchietti e prese d’aria.
Mini Countryman JCW
Gioie e Motori

Quando BMC, acronimo di British Motor Corporation, propose sul mercato dell’auto la Morris Mini Minor, forse non osava sperare in un successo così fragoroso. La macchina, immediatamente nota al grande pubblico semplicemente come Mini, nasce nel 1959 e caratterizza il decennio successivo, quello dei favolosi sixties, imponendosi come una delle regine incontrastate delle utilitarie.

Le dimensioni sono conseguenti (lunghezza 3.05 metri, larghezza 1.4 metri, altezza 1.35 metri) ma un intelligente sfruttamento degli spazi porta alla loro ottimizzazione, facendo scuola nel segmento. Ideatore, sir Alec Issigonis, un genio dell’ingegneria. La Mini, nella versione Cooper, sbaraglia il campo anche nelle competizioni, aggiudicandosi il Rally di Monte Carlo per tre volte (1964, 1965, 1967).

Dal 1994, la proprietà passa alla BMW. La Mini nel frattempo si evolve e accarezza il segmento B. E la versione Countryman JCW (John Cooper Works) rappresenta una netta cesura. Giunta alla seconda generazione, è un connubio riuscito tra una crossover e una sportiva. Le dimensioni diventano 4.447 metri di lunghezza, 1.843 di larghezza e 1.645 di altezza.

Il look dà la sensazione di compattezza, ma opportunamente integrato da spigoli, concavità e elementi sportiveggianti. Basta guardare la calandra a scacchi, i due scappamenti a doppio terminale, la tinta “Legend Grey” con il rosso che invade tettuccio, specchietti e prese d’aria all’anteriore, contornato da un grigio carbonio di sicuro effetto.

All’interno, troviamo il volante con corona riscaldabile, ancora pulsanti accanto ad un sistema di infotainment circolare Oled intuitivo e accattivante, gestito da un originale Head-Up display, ispirato alle cabine di pilotaggio degli aerei.

Dal punto di vista della sicurezza, il Driving Assistant cura l’angolo cieco e mantiene la corsia di marcia. Chi ancora non avesse avvertito il carattere racing si tenga forte. Il propulsore è un quattro cilindri in linea turbo benzina due litri che eroga 300 cavalli, con una coppia motrice che si attesta a 400 Nm. Risultato? Velocità massima 250 chilometri orari e accelerazione da 0 a 100 chilometri pari a 5”4.

La trazione è integrale permanente ALL4 con trasmissione robotizzata a doppia frizione. La Countryman è disponibile anche con le motorizzazioni elettriche e ibrida Mild. Le modalità di guida sono tre: Green, Core e Go Kart. Va da sé che la modalità Green è quella più rispettosa dell’ambiente, in tema di contenimento dei consumi, e il suo target è il comfort. La modalità Go Kart appare ovvia fin dal nome, chi ha guidato nella sua vita un kart sa di cosa stiamo parlando: esaltazione della conduzione sportiva e nel contempo stabilità. Unico è l’allestimento, con cerchi in lega da 19”, in optional da 20”. Prezzo da euro 51.000.

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