Polestar vanta una storia recente ma già piuttosto intensa. Una storia che inizia nel 2004, quando Flash Engineering, scuderia che faceva correre le Volvo nel campionato svedese turismo, passò di proprietà e cambiò nome in Polestar Racing. In prima battuta, l’azienda si occupò di elaborare vetture Volvo, poi, nel 2015, venne da quest’ultima, in parte, assorbita. E Polestar divenne simbolo di sportività. Da ultimo, il Gruppo cinese Geely Automobile, cui Volvo fa capo, decise di fare di Polestar un marchio a sé, interamente votato all’elettrico.
Polestar 2, giunta anche sul mercato italiano, è una tre volumi con un tocco di fastback dato dal lunotto spiovente e della coda tronca. Un design interessante, che ricorda la produzione della Volvo – d’altra parte, la piattaforma è la stessa della XC 40 – fatto di linee sobrie nella parte anteriore e più dinamiche nel resto, soprattutto sulle fiancate, che si caratterizzano per azzeccate concavità. Una svedese in tutto e per tutto, con molti materiali riciclabili, benché sia fabbricata nell’impianto cinese di Luqiao.
Il brand Polestar, dicevamo, è dedicato all’elettrico e la “2” sembra realizzata per competere con la Tesla Model 3. Il propulsore della versione base, denominata Single Motor, dispone di 170 kW, a dire 231 cavalli, ed è alimentata da una batteria da 69 kWh. La Polestar 2 è una sedan ma l’accelerazione da 0 a 100 chilometri orari è di tutto rispetto, attestandosi a 7”4, per una velocità massima – autolimitata – di 160 chilometri orari. L’autonomia è dichiarata in 470 km.
Tre le modalità di guida, Off, Basso e Normale, con il Creep Mode che produce la ripartenza una volta rilasciato il pedale del freno. La versione Long Range, stessa potenza, concede un’autonomia più larga, 540 km. Chi non si accontenta può virare sul Top di gamma, la Longe Range Dual Motor. Avrà la trazione integrale, un propulsore alimentato da una batteria da 78 kWh con dati ragguardevoli: la potenza si eleva a 300 kW (equivalenti a 408 cavalli), con una coppia motrice da 660 Nm.
Ma non è finita. Con il sistema Performance Pack, la potenza sale ancora, a 350 kW (476 cavalli), per un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4”5 e una velocità massima – sempre autolimitata – di 205 km/h. Il Performance Pack prevede anche i freni della Brembo con pinze a quattro pistoncini e gli ammortizzatori regolabili della Öhlins. L’avviamento della vettura avviene con un dispositivo che riconosce il conducente attraverso un sensore. All’interno, tutte le regolazioni sono affidate ad un tablet da 11”2, compreso l’infotainment Android Automotive; interessante la funzione del navigatore Google che indica i punti di ricarica durante il viaggio. I sedili sono modulabili e, in generale, l’abitacolo appare convenientemente sobrio e di buona fattura. Da segnalare la qualità dell’impianto audio. Buona la capacità del bagagliaio: 405 litri. Prezzi da euro 52.200.