10 domande sul Col de Joux

Le domande di Paolo Ciambi, ex presidente del Consiglio comunale di Saint-Vincent, sulla decisione dell'attuale amministrazione di riportare in funzione l'impianto di risalita
Col de Joux - Saint-Vincent (AO)
I lettori di Aostasera

Gli impianti di risalita di Col de Joux sono un lusso. Lo sono sempre stato. Negli anni d’oro del Casinò, i finanziamenti necessari provenivano dalla Casa da Gioco. In seguito, dal 2007 al 2012, la Legge Regionale n. 15/2007 ha fatto entrare nelle casse comunali complessivamente 7.300.000 euro, che hanno coperto ben più dei costi di gestione della stazione sciistica. Dal 2013, invece, il Comune ha dovuto gestire Col de Joux con le proprie finanze, con costi non indifferenti: dal 2011 al 2014, per esempio, la spesa media annua, comprensiva di compenso al gestore e detratto il canone del gestore, è stata di 249.000 euro. Ora, dieci anni più tardi, queste spese non potranno che essere maggiori, come indicato dallo studio del 2020 dell’Università della Valle d’Aosta, che, nello scenario più sfavorevole, prevede 336.000 euro all’anno. Oggi, con i costi di energia e carburanti alle stelle, 336.000 euro potrebbero non bastare. Sono oltre 3 milioni di euro in 10 anni, oltre 6 milioni in 20 anni…

Alle domande che seguono non chiedo risposte, che, naturalmente, possono essere fornite solo durante le sedute del Consiglio comunale e solo su eventuali richieste dei consiglieri.
Le domande, invece, sono spunti che ritengo utili per le ultime valutazioni, prima che la revisione degli impianti di risalita sia aggiudicata e che la situazione divenga irreversibile. Molti degli interrogativi che pongo sono già stati esposti in più occasioni dai consiglieri in aula, ma le risposte fornite mi sono parse parziali e insoddisfacenti.

Mi metto nei panni di coloro che, vincendo le elezioni del 2020, desiderano portare avanti quanto promesso. È comprensibile. Ma, in questo momento, la scelta più coraggiosa potrebbe essere quella di rinunciare ad alcune promesse.

1. Che cosa vi fa ritenere che gli operatori turistici cambieranno idea su Col de Joux rispetto al passato? Infatti, almeno dal 2013 è attivo un servizio skibus che, nei mesi invernali, collega le principali attività ricettive di Saint-Vincent e Châtillon alle località sciistiche. Online si trova ancora qualche locandina o pagina web, nelle quali si promuove il collegamento per Champoluc, Ayas, Valtournenche, Cervinia, La Thuile, Courmayeur, ma non per Col de Joux. Inoltre, lo studio dell’Università della Valle d’Aosta riporta un’indagine presso gli albergatori di Saint-Vincent: 8 su 10 ritengono di nessuna importanza il mantenimento della stazione sciistica ai fini del risultato economico del proprio albergo. Lo dimostrano i dati turistici: nel bimestre dicembre 2019/gennaio 2020, benché gli impianti di Col de Joux fossero chiusi, Saint-Vincent ha registrato il record di presenze turistiche nell’ultimo decennio.

2. Dai registri giornale degli impianti risulta che, nelle sei stagioni dal 2012/2013 al 2017/2018, la seggiovia in tre occasioni, a causa della scarsità di neve, è stata costretta ad aprire dopo le festività di fine anno e, in una stagione (2014/2015), addirittura il 17 gennaio. Le condizioni meteorologiche della stagione 2021/2022 sono sotto gli occhi di tutti. Ritenete che la gestione degli impianti di risalita a Col de Joux potrebbe sopravvivere a situazioni meteo sfavorevoli sempre più frequenti?

3. In estate Col de Joux funziona già molto bene, con elevato afflusso di turisti. Perché sarebbero necessarie ulteriori attrazioni legate a un costoso impianto di risalita? Non se ne possono creare altre che ne fanno a meno e che hanno un impatto inferiore sulle finanze comunali?

4. Siete d’accordo con il sindaco Francesco Favre che, nel Consiglio comunale del 30 novembre 2020, dichiarò quanto segue: “L’amministrazione non è in grado di farsi carico dei costi chiaramente espressi dall’Università nello studio effettuato […] Il project financing rimane il metodo di finanziamento più interessante. Per questo, ci stiamo adoperando per trovare partner interessati”?

5. Oppure, siete d’accordo con il medesimo sindaco Francesco Favre, che, un anno e mezzo dopo, sceglie di procedere alla revisione e alle gestione degli impianti esclusivamente con risorse finanziarie comunali?

6. Che analogia ci può essere fra impianti di Col de Joux, piscina e campo da calcio? Col de Joux dista 24 minuti di auto dal capoluogo e servizi analoghi – anzi, superiori – sono presenti a Torgnon, che dista sempre 24 minuti di auto. La piscina e il campo da calcio, invece, sono nel capoluogo, cioè a “chilometri zero” e, se fossero chiusi, residenti e turisti dovrebbero percorrere svariati chilometri per avere quei servizi che ora hanno a casa propria.

7. Lo studio dell’Università della Valle d’Aosta non individua un sostanziale indotto dimostrabile derivante dalle attività turistiche effettuate a Col de Joux. Avete elementi concreti per ritenere il contrario?

8. Ritenete che le spese di gestione che, come visto, potranno superare i 300.000 euro all’anno, saranno sostenibili per le casse comunali?

9. Siete certi che questo sia il momento migliore per scegliere di spendere oltre 300.000 euro all’anno nella gestione di un impianto di risalita a 16 km dal capoluogo?

10. Siete certi che non vi siano modi migliori per impiegare, a favore della popolazione di Saint-Vincent, oltre 300.000 euro all’anno?


Paolo Ciambi

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