Crisi e opportunità: imparare ad usare in modo consapevole e costruttivo le nuove tecnologie

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una docente di Matematica e Fisica dell’ISILTP di Verrès, che offre alcuni spunti di riflessione.
I lettori di AostaSera
I lettori di Aostasera

Mercoledì 4 Marzo 2020, ore 20.30. La temuta notizia raggiunge anche gli insegnanti e gli studenti della Valle d’Aosta: da domani niente scuola.
Dopo la temporanea euforia degli studenti e l’iniziale sollievo per il lavoro che per domani dovevo ancora finire e che invece può aspettare, comincia la sensazione di disagio. Disagio innanzitutto per il ruolo di docente, che ho scelto per passione ed è parte fondamentale della mia giornata: incontrare studenti e dialogare, costruire insieme contenuti e competenze, a volte punire, a volte premiare, sempre nell’ottica ottimistica che “tutti siamo perfettibili” e che “se vuoi puoi”.
Disagio anche pensando agli studenti che, come i miei figli, da domani non hanno più uno “scopo” e nemmeno uno “spazio” in cui ritrovarsi e fare esperienze di crescita.

Fortunatamente le tecnologie informatiche vengono incontro immediatamente ai docenti: dopo una breve ricerca su Internet scopro le esperienze già tentate da professori di altre regioni e mi informo sulle possibili strade legate alla didattica a distanza: videolezioni live con gli studenti (mediante lo strumento Meet di Google), che possono anche essere registrate per gli assenti, piattaforme per organizzare i contenuti e le attività (come Google Classroom), registro elettronico per indicare i compiti da eseguire. Mi accorgo che la sensazione di “disorientamento” e la ricerca di “soluzioni” non sono cosa soltanto mia: come me, il Dirigente e numerosi docenti dell’Istituzione, compreso il Dipartimento di Informatica, lavorano attivamente già dal mattino seguente perché le pratiche di didattica a distanza siano condivise il più possibile tra docenti e studenti.

Non resta che sperimentare: provo a contattare i ragazzi per tentare la mia prima, impacciata videolezione e, contro ogni aspettativa, è un successo: per una classe di 20 studenti, 19 si fanno trovare pronti davanti al computer; ascoltano, intervengono in modo ordinato – altrimenti il rumore di fondo si farebbe insopportabile – si dimostrano attenti e partecipi. La sensazione è che aspettassero una possibilità come questa: vedersi e vedere il docente, anche se attraverso un video, ritagliarsi uno scampolo di “normalità” in mezzo ad una giornata forse fin troppo libera, li fa sentire meno soli e disorientati.
Oltre a garantire e programmare con gli studenti altre attività in diretta, suggerisco e sostengo la lettura di qualche articolo, la visione di video con alcuni approfondimenti di cui è possibile fruire in modo gratuito grazie al web. Inoltre, durante le videolezioni, sottolineo con gli studenti l’eccezionalità della situazione, che non si è mai verificata in precedenza e che ci renderà testimoni oculari della Storia, come per i nostri nonni sono state altre, e ben peggiori, esperienze. Anche la didattica, in parte, si adegua all’attualità: preparo una lezione sui modelli epidemiologici di diffusione del Coronavirus per la classe quinta, come applicazione del concetto di derivata.

Facendo esperienza, capisco come riorganizzare la didattica: meglio lezioni più sintetiche di quelle tradizionali, con parti applicative e approfondimento lasciati agli studenti; per la scrittura delle formule di matematica, piuttosto ostica con gli strumenti tradizionali, una collega mi suggerisce l’uso di schermo “touch” e penna capacitiva attiva.
Mi rendo conto che questa strana e inedita situazione ci offra numerosi vantaggi rispetto alla didattica tradizionale: si può imparare, insieme agli studenti, ad utilizzare in modo consapevole e costruttivo le nuove tecnologie; si offre la possibilità agli studenti di dimostrare maturità e autonomia, usufruendo anche di un certo margine di libertà nelle scelte dei materiali; si passa da una comunicazione prettamente a senso unico da docente a studente, tra le mura di un’aula scolastica, ad una didattica aperta come strada da percorrere fianco a fianco, in cui si selezionano insieme i contenuti più significativi disponibili nel “mare” del Web, si parte dall’attualità, si analizzano anche i vissuti individuali.

Sono convinta che questa esperienza di docente, donna e mamma, sarà un arricchimento: finora non avevo mai approfondito così in dettaglio le potenzialità degli strumenti informatici a supporto della didattica; non avevo mai vissuto un’esperienza di isolamento che mi avesse fatto percepire in modo così forte che la “socialità” è uno dei bisogni primari dell’essere umano, non mi ero mai occupata in modo così stringente della didattica dei miei figli, cercando di organizzare al meglio il loro tempo a casa; non avevo mai apprezzato così tanto le passeggiate all’aria aperta, unico divertimento che per il momento si dimostra sano e “legale” e che prima sembrava scontato.
Crisi è opportunità.

Una docente di Matematica e Fisica dell’ISILTP di Verrès

0 risposte

  1. e naturalmente nessun riferimento agli studenti con disabilità… La docente sarà bravissima ad usare le tecnologie ma quanta strada deve ancora fare per imparare che gli alunni non sono tutti uguali !!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte