Gli anziani non vanno imprigionati nelle loro abitazioni

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di una nostra lettrice
I lettori di AostaSera
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Dopo aver letto con interesse le riflessioni di alcuni magistrati sull’attuale pandemia, mi permetto di aggiungere le mie riferite però esclusivamente al mondo degli anziani. Mi presento: ho 70 anni, mi chiamo Egle Braido, sono nata ad Aosta e risiedo a Verrès dalla nascita. Mi sono laureata alla Bocconi, ho insegnato la lingua francese, ho seguito alunni diversamente abili, sono stata consigliere e poi assessore nel mio Comune di residenza. Attualmente in pensione e molto attiva, dedico parte del mio tempo alla cultura e al volontariato.
Come tutti sto subendo la clausura forzata che dovrebbe fare bene al mondo ma che, prolungata nel tempo, potrebbe nuocere alla psiche e al fisico. Ultimamente noto un grande amore verso gli anziani da parte di coloro che in passato potrebbero aver trascurato il loro benessere (scandalo RSA ) mentre oggi vogliono proteggerli imprigionandoli nelle loro abitazioni. Pare sia l’unica forma di difesa ma chi mi assicura che essi non vengano contagiati in ambito familiare, all’interno del condominio, a 200 metri da casa o mentre fanno la spesa? Chi mi assicura che uscendo di casa rattristati e indeboliti da una lunga prigionia sappiano difendersi dal virus che probabilmente esisterà ancora?
Molti di loro potrebbero aggiungersi alla schiera di coloro che per motivi di salute a casa ci sono già. Non prendiamoci in giro! Oggi le uniche difese sono l’igiene, il distanziamento sociale, i guanti e le mascherine di cui tutti abbiamo diritto indipendentemente dall’età poiché tutti siamo uguali o dovremmo essere uguali. Mi scuso per questo sfogo ma, in questo periodo, il poter esprimere la propria opinione è una forma di libertà.
Grazie e cordiali saluti.

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